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lunedì 18 giugno 2012

ELEZIONE IN GRECIA. UN PRIMO COMMENTO

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http://www.rivistailmulino.it/news/newsitem/index/Item/News:NEWS_ITEM:1652

di Marco Clementi

Nea Dimokratia, il partito di centro destra guidato da Antonis Samaras, ha vinto le più importanti elezioni legislative greche degli ultimi decenni con il 29,6% dei voti. Grazie al robusto premio di maggioranza (50 seggi), porta in parlamento 129 deputati e può sperare di formare un governo stabile (la maggioranza è 150 più uno). Samaras non ha sbagliato una mossa e nel momento in cui il “Financial Times” è pesantemente intervenuto alla vigilia del voto con un articolo in tedesco e in greco che esortava gli elettori a votare per l’Europa, si è affrettato a dichiarare che «i greci sono un popolo fiero. Sappiamo per chi votare. Fate le vostre “raccomandazioni” a qualcun altro». Il comizio finale in piazza Syntagma è stato un giubilo di bandiere greche al vento, e con la convinzione di chi aveva già in tasca la vittoria Samaras ha parlato non solo e non tanto ai suoi elettori, ma alla Grecia intera, che ha detto di volere “sicura”, forte ed europea. Un luogo dove i giovani possano tornare per studiare e lavorare, un paese che sappia chiudere le porte all’immigrazione clandestina (guardando all’elettore dell’estrema destra) e sia in grado di aiutare i greci, partendo dal sostegno ai pensionati al minimo, sempre più colpiti dai tagli dell’ultimo anno. E poi la parola “sicurezza”, pronunciata ripetutamente a pochi metri dal luogo dove il 4 aprile scorso si era ucciso con un colpo di pistola il pensionato e attivista di sinistra Dimitris Christoulas. Alla fine del comizio, il piccolo monumento che riporta il suo testamento è stato trovato rotto; per evitare un incidente a poche ore dal voto, nel pomeriggio di sabato era stato già restaurato.
Lo sconfitto Alexis Tsipras, il giovane leader della coalizione di sinistra “Siryza”, che ha comunque portato il partito a uno storico 26,89% (71 seggi) paga forse l’ambiguità di una campagna elettorale nel corso della quale non ha mai chiaramente detto, come gli ha ricordato la leader comunista Aleka Papariga durante il suo comizio finale, che Syriza vuole restare dentro l’Euro e l’Europa, ma “ridiscutere” il Memorandum della Trojka (BCE, FMI e CE). Quel “ridiscutere”, da molti interpretato come “annullare”, ha dato la possibilità a Nea Dimokratia di agitare lo spettro del tradimento della Grecia, della povertà incombente, delle manovre degli “oligarchici della dracma”, favoriti da Tsipras, i quali sarebbero stati pronti a svendere la Grecia, riempiendola di immigrati e banditi. Un far west nei Balcani, un paese senza prospettive e senza futuro: così Samaras aveva ipotizzato la Grecia in mano a Syriza nel suo ultimo appello agli elettori.
Rispetto al 6 maggio scorso gli elettori (ha votato il 62,47% degli aventi diritto, circa due punti e mezzo in meno che un mese fa), hanno dato segni evidenti di voler superare la dispersione del voto. Nea Dimmokratia e Syriza insieme hanno raccolto oltre il 50% dei voti, mentre il 6 maggio raggiungevano il 35% (rispettivamente 18,85% e 16,78%). Hanno perso i partiti minori, compreso il Comunista, che ha quasi dimezzato i consensi (dall’8,48 al 4,50%), mentre i neonazisti di Alba Dorata hanno inaspettatamente bissato il successo delle scorse consultazioni e sono rimasti saldamente il quinto partito con il 6,92% (18 deputati) dietro ai “Greci Indipendenti” di Panos Kammenos (7,51% e 20 seggi). Il PASOK di Evangelos Venizelos ha tenuto (12,28% contro il 13,18% di maggio – 33 seggi) e ha proclamato di essere disponibile a un «governo di salvezza nazionale», magari con il sostegno di Sinistra Democratica, fondata dall’avvocato Fotis Kouvelis e da altri fuoriusciti di Syriza, in parlamento con il 6,26% e 17 seggi.
L’Europa che conta ha dato una mano a Nea Dimokratia e ora guarda con maggiore serenità al futuro. A parte l’infelice appello agli elettori, il “Financial Times” ha scritto alla vigilia del voto che esiste un piano per rendere meno pesanti le misure d’austerità, come una riduzione dei tassi d’interesse sul debito greco e una dilazione per i pagamenti. Un pacchetto-premio cucito su misura per Samaras, che ora rispetterà gli impegni del Memorandum in cambio della mano tesa.
In piazza, però, domenica sera non sono scesi in molti. La maggioranza degli elettori di Nea Dimokratia ha pensato che non c’era molto da festeggiare, sia perché la situazione economica resta comunque pesantissima, sia perché le elezioni greche hanno dimostrato che se la democrazia possiede in sé gli anticorpi per superare i momenti difficili, il concetto di “sovranità nazionale” è nuovamente cambiato in Europa. Non solo nella mente degli uomini di Stato, ma anche in quella della gente comune.

domenica 17 giugno 2012

La Grecia al voto, la Madonna e il Financial Times

Vigilia elettorale. Mentre la Germania invita i greci a votare per chi rispetta gli impegni, rimettendo in discussione il concetto stesso di sovranità, la nazionale supera la Russia agli Europei e passa ai quarti.
La sequenza immagini più bella di tutto il torneo resterà il capitano Karagounis che si fa tre volte il segno della croce dopo essere stato ammonito per simulazione, gridando "Panagia mou", ossia "Madonna mia".
In attesa dei primi risultati, rimando a un paio di pazzi di Marco Zerbino.


http://temi.repubblica.it/micromega-online/grecia-il-diktat-del-financial-times-“no-a-syriza-votate-la-destra”/



Karagounis si fa tre volte il segno della croce dopo essere stato ammonito



sabato 16 giugno 2012

GIORNALISTI E BLOGGARI

Al finale di partita di ieri eravamo tre.
Le foto sono di Chiara A., giornalista, sotto assieme al suo collega Marco Z.












martedì 15 maggio 2012

NUOVE ELEZIONI IN GRECIA

Si va di nuovo alle urne. I giornali italiani parlano di "incubo Grecia", come se la democrazia del voto fosse una disdetta. Discreti commentatori non ci capiscono molto, ma il pezzo lo devono comunque fare. E nessuno si scandalizza del fatto che il voto significa una quasi automatica uscita dall'Euro, almeno secondo il FMI. Uscita "controllata". Il paese che ha inventato la democrazia ci sta insegnando qualcosa. I partiti sono andati contro la volontà dei cittadini, che in grande maggioranza chiedevano un governo.
I partiti di sinistra non se la sono sentita di assumersi la responsabilità di guidare il paese in un periodo di lacrime e sangue. Ora non è il momento di previsioni. Esistono dati che danno Syriza in salita e il Pasok e Nea Democratia ancora in caduta. Ma sarà un lungo mese. Si voterà il 17 giugno. Seguirò la campagna elettorale da Atene e terrò il blog aggiornato. 

martedì 8 maggio 2012

ALBA TRAGICA



LA NUOVA SVASTICA CHE COMINCIA A SCALARE L'ACROPOLI



Siamo in Grecia. Le elezioni si sono appena concluse e già si parla di una nuova tornata elettorale, che dovrebbe svolgersi verso la metà di giugno. Nessun partito è in grado di proporre una formula politica in grado di aggregare altre forze per un governo nazionale. Nuova Democrazia e i socialisti non possono neanche pensare a una grande coalizione perché non hanno i numero. La sinistra, pur avendo preso molti voti nel complesso, è bloccata da due fattori: il sistema elettorale, che danneggia le coalizioni (e il secondo partito, Syriza, è una coalizione), e il partito comunista, che non intende partecipare ad alcun governo.
Inoltre, il partito neonazista, Alba Dorata", è entrato in parlamento con il 7% dei voti. Nelle precedenti elezioni aveva meno dello 0.5%. Ecco cosa hanno scritto oggi:


La cifra dei media dopo le elezioni è grottesco. I media che ogni cittadino può riconoscere come complici nella politiche criminale fin qui portata avanti dai partiti. Tutti hanno cercato di nascondere la vera portata dei sondaggi prima delle elezioni e tentato di nascondere la verità in modo coordinato.
 Ora credono che si stia vivendo un “sogno” e si parla di "errore” del popolo greco". Davvero, sono "democratici" all’acqua di rose... Le decisioni del popolo greco sono giuste solo se vi piacciono? Altrimenti sono sbagliate? Ci sono errori nella vostra democrazia? Non voglio denunciare la vostra l'ipocrisia e non valeva la pena commentare l'ovvio.
 Come "democrazia" avete imposto così a lungo la “rubocrazia”. Sì... E adesso i partiti della “rubocrazia” sono in un vicolo cieco. Noi non siamo un partito. Siamo. Punto e basta. Non è un sogno. È un incubo per voi e per tutti coloro che rubano e hanno preso in giro il popolo greco.

Ieri ha fallito Samaras, il segretario di Nuova Democrazia. Oggi è la volta di Syriza nel cercare di formare un esecutivo, ma la rinuncia è già scritta. Domani proverà il Pasok, con poche speranze. Il vuoto politico e democratico sta partorendo un paese ingovernabile, dove cominciano a sorgere nuovi nazionalismi. Gli opposti rischiano di toccarsi. 


XRISI AVGHI - ALBA DORATA


domenica 11 marzo 2012

Aleksandra

Aleksandra Krylenkova il 4 marzo durante una pausa. In piedi, vicino al muro, si intravede Aleksandr Skobov,
un ex dissidente che è stato rinchiuso per qualche anno in un ospedale psichiatrico durante gli anni Ottanta del
secolo scorso.

Dopo una settimana dalle elezioni Aleksandra Krylenkova ancora "ne otoshlà" - non si è ripresa - dalla delusione del 4 marzo. Assieme al marito, Aleksandr, e ad altri attivisti per la difesa dei diritti civili, ha organizzato "l'Associazione degli osservatori di San Pietroburgo", che nel corso degli ultimi due mesi ha avuto decine di incontri con aspiranti "osservatori", nel corso dei quali è stata spiegata la legge elettorale, i diritti e i doveri delle commissioni elettorali e tutto quello che riguarda il corretto svolgimento delle elezioni. Aleksnadra è stata arrestata il 7 dicembre 2011 durante una manifestazione a San Pietroburgo. L'hanno rilasciata dopo 24 ore. Stessa sorte è toccata al marito, Aleksandr, preso al seggio elettorale proprio il 4 marzo e rilasciato la sera del 5.

Sasha, quando è nata l'idea di formare un'associazione di osservatori indipendenti?

"A dicembre, dopo il mio rilascio. Ho saputo che a Mosca si stavano organizzando; ho preso il treno e sono andata a vedere cosa facevano."

Per impegnarsi in questo lavoro Aleksandra e il marito hanno lasciato per due mesi i figli ai nonni: il piccolo, di due anni, in Germania, il grande, di 7, dalla nonna a Pietroburgo. All'inizio si sono occupati del quartiere Kalininskij, poi progressivamente di tutta la città. Il lavoro si è svolto su base esclusivamente volontaria, così come i finanziamenti. Da sola Aleksandra ha speso 100.000 rubli (circa 2.500 euro), così come la segretaria dell'associazione, Galina.

"Non abbiamo aperto un conto speciale. Tutti i finanziamenti sono stati mirati. Per esempio, abbiamo ricevuto una grossa somma per l'affitto di un ufficio e l'organizzazione dei mezzi di comunicazione".

Il 4 marzo erano in piedi 26 gruppi di osservatori per ogni quartiere e uno per la Commissione elettorale centrale di Pietroburgo. La sede centrale è stata organizzata in via Marat 8; altre sedi addirittura in case private. Nonostante il lavoro prodotto e l'impegno di centinaia di volontari, Aleksandra si sente sconfitta:

"La legge elettorale, il codice penale, la Costituzione: nulla di tutto ciò ha impedito che ci fossero brogli, e nessuno ha potuto farci nulla. I presidenti di sezione dicevano una cosa, promettevano di seguire le regole, ma poi facevano quello che volevano, così, apertamente, sicuri di restare impuniti. Eravamo convinti che la pubblicità, la diffusione di nomi e fatti, la glasnost', per usare una parola un po' fuori moda, avrebbe in qualche modo fermato le violazioni, ma non è stato così. Si sono svolte apertamente, sotto gli occhi di tutti. I nostri osservatori spesso sono stati allontanati dai seggi con i pretesti più diversi, tutti illegali, ma la polizia eseguiva gli ordini dei presidenti, senza seguire le istruzioni elettorali, che garantivano la loro presenza."

Tutto finito?

Noi siamo per il controllo civico del potere. Durante questi due mesi si sono consolidati i rapporti tra i volontari, la società civile si è mossa e per il momento non vuole tornare a sedere a casa in attesa degli eventi. Vogliamo essere protagonisti. Siamo in procinto di organizzare un congresso per tirare le somme di quanto accaduto il 4 marzo e organizzare il lavoro futuro. Inoltre, le procure dei vari quartieri saranno inondate di ricorsi. No, non è tutto finito. La lotta vera comincia adesso."




























giovedì 8 marzo 2012

Fantasmi su Mosca

La Chiesa di San Basilio, Piazza Rossa
E' nota oggi qualche nuova informazione sul meccanismo che ha permesso, a dire dell'opposizione, a Putin di vincere al primo turno le elezioni presidenziali.
Nelle grandi città sarebbero stati formati alcuni seggi elettorali "fantasma", indicati sulla carta con numero e plesso di appartenenza, ma non raggiunti fisicamente da nessun osservatore indipendente o rappresentante di lista.
Alla fine della giornata elettorale, questi seggi "fantasma" hanno però prodotto un verbale, che si è unito agli altri del plesso e ha fatto media.

Vediamo un esempio. Il plesso X era formato da cinque seggi: quattro visibili, reali, uno "fantasma". I quattro seggi reali hanno verbalizzato un risultato che mediamente vedeva Putin sotto la soglia del 50%. Il seggio "fantasma", lo dava al 90%. Grazie a questa correzione, il candidato poi eletto usciva dal plesso con più del 60% dei voti.

Su questa ipotesi di brogli stanno lavorando a Mosca e a San Pietroburgo le opposizioni unite. Come ho già scritto, la prospettiva di un annullamento delle elezioni è da escludere. Resterebbe il dato storico (tutti i ricorsi sono registrati, fotocopiati e archiviati da diverse Organizzazioni non governative), e quello politico, in questo momento più importante: per la prima volta dalla dissoluzione dell'Urss, la società civile russa ha preso coscienza di sé e ha portato in piazza persone che mai in precedenza si erano occupate di politica. Il regime non si aspettava questa mobilitazione e ha risposto con la solita arma, la repressione. Di un movimento di opposizione che, tradizionalmente, in Russia è non violento.

Le autorità hanno spostato centinaia di poliziotti dalla provincia nelle due capitali russe. Molti di loro non sapevano dove si trovavano, dove dovevano portare i fermati, chi era il responsabile della celere. Spostati dalla provincia per non rischiare che conoscessero i fermati. Spostati e riportati in sede a cose fatte.

Mosca, secondo testimonianze che ho raccolto ieri, è irriconoscibile. Il centro è presidiato e i controlli personali in notevole aumento. Le zone più "pericolose" sono le stazioni delle metropolitane, dove la richiesta di documenti è costante.

A San Pietroburgo si respira un'aria meno tesa. I controlli non mancano, ma si sente la lontananza dal centro del potere.


















martedì 6 marzo 2012

Memorial raccoglie testimonianze

Oggi, 6 marzo 2012, decine di osservatori indipendenti e rappresentanti dei candidati accreditati nei seggi di San Pietroburgo si sono recati presso il Centro di Ricerca Memorial, in via Rubinstein 23, per incontrare un gruppo di avvocati. Insieme preparano i ricorsi per le violazioni della legge elettorale di cui sono stati testimoni od oggetto. Le violazioni più palesi si sarebbero consumate dopo la chiusura dei seggi, quando gli scrutini dei voti davano in vantaggio Putin, ma sotto la soglia del 50% più 1. Sarebbero stati stilati più protocolli con voti "registrati" in modo da consentire al neoeletto di superare il quorum al primo turno. Ovunque. Secondo gli stessi osservatori, però, non ci sono elementi sufficienti  per invalidare il risultato ufficiale. L'iter giudiziario è lungo e la commissione elettorale centrale, dicono, non è del tutto neutrale. Resta, importante, il dato politico. L'imperativo era quello della vittoria di Putin al primo turno. Presidenti di sezione o di plessi elettorali, lontani dalla politica o dallo stesso neoeletto, avrebbero svolto il lavoro nella direzione desiderata al Cremlino, pur di finire in fretta e non avere problemi. Sempre secondo la valutazione dell'opposizione, i risultati reali vedrebbero Putin al 45,40%, seguito dal miliardario Michail Prochorov al 21 (ufficialmente al 7) e dal comunista Zjuganov al 19,42 (ufficialmente al 17%).




Giuristi al lavoro

Gli avvocati nei locali di Memorial

Osservatori e rappresentanti in attesa del turno










Locali di Memorial SPb

La Biblioteca di Memorial


Parte dell'Archivio dell'associazione non governativa

domenica 4 marzo 2012

Elezioni Russe. Prime foto e dati parziali


Siamo stati nel seggio elettorale 1771 di San Pietroburgo, scuola di matematica Anna Ivanovna.
Dopo qualche problema con il presidente, comunque gentile, abbiamo scattato qualche foto.
C'è tensione. Un osservatore, Stanislav (vedi foto sotto) è stato allontanato dal seggio perché aveva fotografato l'urna. Essendo di plastica trasparente, il presidente ha sostenuto che in quel modo si metteva in pericolo il segreto del voto.
Stanislav si è spostato in un altro seggio, dove ci sono ancora più problemi.
I dati parziali del seggio 1771. Su un totale di 1685 votanti, alle 14.00 avevano votato 536 persone.
Putin a San Pietroburgo viene dato al 35%.




Non vendere il tuo voto 

Seggio elettorale 1771, San Pietroburgo

Seggio elettorale 1771

Svolgimento delle pratiche di voto. A destra la commissione, a sinistra gli elettori

Operazioni di voto


La lista dei candidati con le loro biografie
Souvenir dentro il seggio

L'imperatrice Anna Ivanovna, alla quale è dedicata la scuola dove si vota
Osservatore del candidato Putin
Stalislav
Tat'jana, Osservatrice elettorale 
L'immancabile buffet per gli elettori