sabato 15 settembre 2012

Università di Leningrado


Oggi è tutto restaurato. Allora, alla fine degli anni Ottanta, l'università di Leningredo (LGU), appariva così


Il portico della Facoltà di Storia

La Facoltà di Storia. La piazza con la neve sarebbe diventata in seguito "Piazza Sacharov"

Un dettaglio dei 12 Collegi. Il Rettorato. L'edificio fu costruito nel 1700

La Casa dello Studente "Korablstroiteli". 18 Piani sul golfo di Finlandia

giovedì 13 settembre 2012

RENZI E LUCIE


E' Manzoni (i capponi). Anzi, no, è Tommasi di Lampedusa (trasformismo). Anzi, Giorgio De Chirico (metafisica). O, più semplicemente, Renzi. Un uomo, un sindaco. Di una cittadina sconosciuta come Firenze, meta di un paio di turisti l'anno. In campagna elettorale per candidarsi a candidato premier. Ma se perde le primarie - ha dichiarato - aiuterà Bersani.
Mi vengono in mente cinque osservazioni-domande.
La prima: se non vince Renzi è sicuro che Bersani se la porti da casa?
Le Lucie non si candidano alle primarie? O non le prende in considerazione? E' una notizia.
Se Renzi aiuterà Bersani, perché si dovrebbe votare per lui?
Il centralismo democratico esiste anche nel PD? Altra notizia.
Infine, se serve un sindaco per Firenze mentre Renzi gira l'Italia in campagna elettorale, basta scrivere al blog. Sarei pronto.



Lo studio di Lenin

Queste foto ritraggono lo studio di Lenin all'interno dello Smol'nyj, l'odierna sede del governatore di San Pietroburgo e durante la rivoluzione d'ottobre sede del governo provvisorio.
Si tratta di foto rare. Oggi, infatti, è molto difficile entrare allo Smol'nyj, così come quasi impossibile incontrare il governatore a teatro, come accadeva invece spesso alla fine degli anni Ottanta e nei primissimi Novanta del secolo scorso. (fotografie di Marconista)







mercoledì 12 settembre 2012

ALLO STADIO

Poi si andava allo stadio a vedere partite ormai d'altri tempi. Questa è del luglio 1987. Giocarono Zenit Leningrad contro Dinamo Tbilisi. Finì con un modesto 0-0. Lo stadio si chiamava "Stadio Kirov" in memoria del segretario del partito di Leningrado assassinato di fronte al suo studio nel 1934. Oggi si gioca in un altro impianto, detto "Petrovskij".


SOMMERGIBILI


Durante la Perestrojka si potevano ancora vedere, e fotografare. Questo sta passando sotto un ponte sulla Neva a Leningrado per la festa del 7 novembre. Era il 1988. (foto di Marconista)




AUTOMOBILI (2)

Allora dopo un incidente le auto rimanevano a lungo sul ciglio della strada in attesa di essere un giorno rottamate.



Le prime manifestazioni libere in URSS

Negli anni della Perestrojka si svolsero in alcune città dell'URSS le prime manifestazioni libere, ossia non indette da qualche organizzazione sociale ufficiale.
Le foto che seguono sono tratte da una manifestazione svoltasi a San Pietroburgo nella primavera del 1989 in sostegno di due giudici anticorruzione all'epoca al centro di un complicato intreccio. Si chiamavano Tel'man Gdljan e Nikolaj Ivanov. (foto inedite di Marconista)

Il cartello dice: "Oggi Gdljan e Ivanov. Domani chiunque può essere vittima del potere senza controllo"

A processo la mafia del Politbjuro


Piazza del Palazzo, Leningrado 1989


La tribuna con i relatori




Un relatore al microfono




martedì 11 settembre 2012

IN RICORDO DI OTELLO CONISTI




In ricordo di Otello Conisti: l’ironia contro le carceri e le leggi speciali
di Sandro Padula

Martedì 11 settembre 2012. A Roma un sole caldo illumina il Verano e le sue mura costeggianti un bel tratto della via Tiburtina. Degli amici raggiungono il cuore del cimitero senza prendere il bus elettrico. Li sento col cellulare. Non mi posso muovere dal posto di lavoro. Le regole sono regole. E un semilibero non può andare ad un funerale senza averne l’autorizzazione. Ho saputo qualcosa nel tardo pomeriggio di ieri. Una telefonata, parole rapide a zig zag, carceri come Rebibbia Nuovo Complesso e Bellizzi Irpino, il solito cancro, aveva lavorato con “Sensibili alle foglie” e rivedo l’immagine sorridente del roscio Otello Conisti, un mio coimputato. Quando potevo chiedere di partecipare alla commemorazione? Stamattina? Nel migliore dei casi mi avrebbero risposto dopo questa giornata.
E così,  pur essendo lontano dalla Sala del Tempietto egizio, laddove stamattina si svolge la cerimonia in modo laico,  immagino la scena. Molte persone attorno alla bara, poltroncine foderate di velluto, qualcuno proferisce parole semplici ma sentite, alcuni si riabbracciano per la prima volta dopo gli anni ’80 trascorsi nelle patrie galere, altri portano delle corone di fiori.
Una piccola comunità reale, frantumata dai mille travagli della vita e della storia, sembra ricomporsi col ritmo solenne di un classico brano jazz. Risorge dopo lunghi tempi di frenetica monotonia. Usa linguaggi verbali e non verbali come strumenti dei ricordi.
Chi era Otello?  Sfoglio un vecchio decreto di citazione per il processo Moro bis: Conisti Otello, nato a Poggio Fidoni 11.3.1958, detenuto Casa Circondariale Rebibbia N.C..
Arrestato nel maggio del 1980 a Roma, città in cui viveva da tempo, era accusato di far parte del Movimento Proletario di Resistenza Offensivo, cioè di un’area di simpatizzanti delle Br.
Il 21 giugno 1982, nel corso del processo Moro bis in Corte d'assise, fa prima “sapere che chi lo ha inserito nel nuovo gruppo di «dissociati» ha preso un abbaglio” e poi dice “al presidente Santiapichi di revocare il mandato al difensore e di non voler rispondere ad alcuna domanda” (La Stampa, 22.06.1982).
Dopo il mio arresto, avvenuto nel novembre 1982, lo conobbi. C’era la fase finale del processo Moro bis e Otello lo ricordo con la faccia simpatica, un paio di jeans, un maglione color arancio e  uno zuccotto di lana in testa quasi per anticipare di un ventennio l’estetica del cantante Manu Chao.
Non aveva reati di sangue o per specifiche azioni armate ma il Pubblico Ministero Nicolò Amato propose di donargli 18 anni di galera, una condanna superiore a quella prospettata per i “pentiti” pluriomicidi. Due pesi e due misure.
In seguito la pena gli fu ridotta ma trascorse in carcere il decennio successivo all’arresto.
Superò quell’esperienza con la forza dell’ironia, del ragionamento e della volontà di costruire una nuova e dignitosa prospettiva di vita.
Com’era di carattere? È semplice dirlo: gioviale, scanzonato, arguto in stile romanesco. Gli piaceva giocare col dialetto pur non essendo romano de Roma.
Mai aggressivo verso gli altri, sempre disposto al dialogo ma fermo nei valori della solidarietà contro le oppressioni, nella critica alle leggi premiali, nell’assunzione delle proprie responsabilità e quindi nel rifiutare una rapida libertà mandando in galera altre persone o facendosi attrarre dalla logica dell’abiura denominata “dissociazione”.
In un quadro di mestizia aveva la capacità di fare battute ironiche e produrre il buon umore anche ai più depressi. Nel carcere di Bellizzi Irpino, dove fu catapultato a metà degli anni ’80, diceva ad esempio e in modo salomonico: “Qui non si soffre come cani ma come cinque canili”.
I gradi di sofferenza nelle carceri erano da lui paragonati al numero dei canili.
Aveva ragione. Ogni carcere è simile ad una specifica quantità di canili. Di vario grado e affollamento.
Mentre scrivo queste cose a mo’ di diario, tanto per mantenere per sempre il ricordo di Otello, un amico mi telefona: “c’erano molte persone. Ho rivisto alcuni che lavoravano e altri che ancora lavorano con “Sensibili alle foglie”. Parecchi ex compagni di carcere. La moglie Mara, colleghi di lavoro di quest’ultima, e la figlia Egle di 21 anni. Sembrava che il sole di oggi volesse asciugare le lacrime e donare un sorriso a tutti”.

LENINGRADO


Nuvole basse opprimono il deserto della laguna
La cava nebbia che avanza
Ti protegge dai secoli già indossati
Sciupa le sommità assolate delle sponde cariche di chiese
Mentre l’acqua incide
La solitudine del tempo
L’anima molle delle gondole nere
Spilli che si agitano come morte
Nel torbido subconscio dell’occidente malato
L’ambra ellenica del sole
Copre le gonne appiccicate sulle gambe delle giovani turiste
Le guglie sulle torri
Le torce spente
Alle frontiere
Quella forcina nascosta
Che trattiene i tuoi capelli
Confusi
Come persi
Tra i miraggi di Leningrado 

Ballavamo il valzer a Belgrado


Ballavamo il valzer a Belgrado
Prima
Ora
Il sole è sole
la luna luna
il mare mare
il fiume fiume
il cielo cielo
le stelle stelle
il kuore kuore
il sangue sangue
lo sperma sperma
la fica fica
la mano mano
la sirena sirena
il libro libro
la poesia poesia
mai avuto fratelli mai avuto fratelli
mai avuto sorelle mai avuto sorelle
un nome nome
una vita vita
una morte morte
ore ore
ore ore
ore ore
ore ore

BELGRADO 1999

I ponti a Novy Sad distrutti dai bombardamenti della NATO nel 1999.
La ferrovia era interrotta. Per raggiungere Belgrado si doveva prendere un autobus e passare un ponte di barche a senso alternato. (foto inedite di Marconista. 1999)








AUTOMOBILI

All'epoca le auto si riparavano così.



SEGGI VOLANTI




Esistevano allora anche dei seggi volanti. L'uomo con la giacca blu si reca a domicilio per far votare le persone che non potevano recarsi ai seggi (foto inedite di Marconista)




Le prime elezioni a più candidati in URSS

Era il marzo 1989. In URSS si svolsero, con un complesso sistema che vedeva tre tipi diversi di elezione, le prime consultazioni con più candidati per un posto (sistema uninominale). In queste foto originali e inedite, le operazioni di voto in un seggio di Leningrado.





LITFIBA A LENINGRADO

Cominciamo una serie di post storici. Si tratta di fotografie scattate negli anni Ottanta e nei primissimi anni Novanta, oltre ai ponti distrutti dalla NATO in Jugoslavia nel 1999.
Erano gli anni della Perestrijka. Gorbachev era così famoso in Europa, che quando venne in Italia in visita ufficiale Roma si bloccò. Le vetrine di "Rinascita" erano piene del suo libro sulle riforme del sistema sovietico. Ogni sua parola era oggetto di dibattito e spesso di consenso.


In questa foto, presa in una piccola sala sul Nevskij Prospekt, a Leningrado, Pelù e i Litfiba si esibiscono di fronte a una platea di giovani sovietici. Fu uno dei primi concerti rock di un gruppo estero. Con Pelù suonarono gli allora CCCP fedeli alla linea (le foto devono essere da qualche parte e appena le trovo le metto in rete) e i Casino Royal. Era il marzo del 1989. Si svolgevano, nel frattempo, le prime elezioni con più candidati dal 1917.




SCONTRI A ROMA TRA LAVORATORI E FORZE ANTISOMMOSSA




HUNDREDS of Alcoa workers and Carbosulcis demonstrators clashed with police in Rome on Monday over planned job cuts.
Several police were injured as workers threw paper bombs and firecrackers while shouting slogans. The workers, from the Alcoa aluminium plant and the Carbosulcis coal company in southwestern Sardinia, targeted the ministry of economic development.
During the clashes union leaders and Alcoa representatives met government officials inside the ministry building. Officials are hoping for a white knight offer.
During Monday’s meeting, Alcoa management said it was willing to open negotiations with Klesch for the Sardinian plant after another possible suitor, commodities multinational Glencore, hesitated.
The soaring cost of energy in Italy put the aluminium plant in peril and is destroying other energy-intensive industries, Giorgio Squinzi, the president of Italy’s largest industrial employers’ confederation Confindustria, said last week.
Klesch is the only company to have submitted a formal expression of interest, said FIM national secretary Marco Bentivogli, who was at Monday’s talks in the Italian capital.
Reuters

domenica 9 settembre 2012

CLASSI SPECIALI PER I ROM SLOVACCHI






Inizia l’anno scolastico in Slovacchia ed è subito oggetto d’attenzione da parte degli organi di informazione europei che  denunciano la discriminazione nei confronti degli alunni di etnia Rom, separati in classi speciali dai loro coetanei slovacchi. Non si tratta del primo episodio. Già nel 2010 Amnesty International aveva lanciato una campagna in difesa dei Rom slovacchi, con pressioni dirette sul governo di Bratislava perché finissero fenomeni del genere. Quest’anno il cuore della vicenda è Levoča (14.600 abitanti di cui l’11% di etnia Rom)

A Levoča sono state create classi separate per i Rom  nella scuola primaria “Francisciho 11”, che oggi ospita 30 classi, di cui 4 “speciali”, con 525 alunni. Le classi “speciali” sono quelle frequentate dai Rom e a nulla sono servite le proteste dei loro genitori, che si sono ripetutamente rivolti al direttore dell’istituto Peter Tatarko. Amnesty International è intervenuta chiedendo il rispetto dei diritti civili, l’integrazione dei bambini e la possibilità per loro, oltretutto cittadini slovacchi, di crescere in una comunità complessa e multietnica. La segregazione nelle scuole della Slovacchia, ha dichiarato Jezerca Tigani, vice direttore di Amnesty International Europa, impedisce ai bambini Rom di accedere a una formazione di qualità: “Oltre a violare il loro diritto a un'istruzione priva di ogni forma di discriminazione”, ha proseguito, “nel lungo termine, li priva di una vasta gamma di altri diritti, compreso il diritto alla salute, al lavoro e alla libertà di espressione, escludendo i Rom dalla piena partecipazione alla vita sociale slovacca, marginalizzandoli nel loro mondo”. Una legge del 2008 aveva bandito in Slovacchia ogni forma di discriminazione scolastica e nell’agosto 2010 il governo slovacco aveva promesso ancora una volta di porre fine alla discriminazione etnica nelle scuole. Però è sempre mancata l’adozione di misure concrete per realizzare tali propositi e al contrario, il nuovo governo in carica dal marzo 2012 ha istituito distinti plessi scolastici per bambini delle cosiddette “comunità marginali”.


TRENTA DRAGONI E UN POVERO VECCHIO RICCO


Trenta sul campo, 4 di seguito, il padre-padrone
Mai tanta mondanità su questo blog