sabato 3 novembre 2012

49 VOLTE (meno UNA)

Vi prego, oggi scusatemi se parlo d'altro. E' una cosetta così tra amici. Solo un paio di foto.




ARTICOLO DEL GUARDIAN SULLA VICENDA DI VAXEVANIS


Le pubblicità che si leggono in aeroporto ad Atene nel cosiddetto "dito", il tunnel che porta dal gate allo scafo.








Unthinkable? Kostas Vaxevanis becomes Greece's top taxman

This was the week Kostas Vaxevanis could have gone to jail, but emerged instead as a free man – and a hero. Last Saturday, the editor of Hot Doc magazine published a roll call of 2,059 wealthy Greeks alleged to have shifted well over a billion pounds to a bank in Switzerland. He was promptly arrested for breaching data protection laws, and faced five years in jail. Then judicial sense prevailed. The names that Mr Vaxevanis leaked are colloquially known as the Lagarde List, after Christine Lagarde handed them to Athens in 2010. Yet the leads have been dropped by the Greek government: one finance minister claimed to have lost the list, another that it was missing. To update Wilde: losing a few names of alleged tax avoiders is careless; losing 2,059 names might be deemed to be indicative of a political elite seeking to cover up the transgressions of its corporate friends (and, if the list is to be believed, some of its most senior members). In a country having to hack away at a historic budget deficit by making swingeing spending cuts, not tackling endemic tax avoidance by the rich is unsustainable and unfair. So let us propose a solution: rather than harass Mr Vaxevanis, the Athens government should give him one of the most important tasks in the country – cracking down on tax evasion. He has shown the necessary sleuthing, boldness and commitment to getting at the truth – which is a lot more than the politicians have done, and perfect qualifications for a tax collector. Greek journalism's loss would be the country's gain.

martedì 30 ottobre 2012

ALBA DORATA





Ermoupoli, giugno 2012-Rodi, ottobre 2012.

Sira non è un’isola alla moda, di quelle bianche e blu che fanno sognare gli italiani. Sicuramente è la meno conosciuta delle Cicladi. Eppure a Ermoupoli, il suo capoluogo, durante l’occupazione (1941-1943) vi risiedeva il colonnello Giovanni Duca, agli ordini del comando italiano dell’Egeo, ubicato a Rodi. Oggi a Sira di quell’occupazione è rimasto il ricordo, qualche testimone e un ricco archivio.
La stanza che ho preso in affitto per le due settimane di ricerca è gestita da una coppia di mezza età proveniente dalla Grecia continentale. Si sono trasferiti qui e hanno aperto un’attività che, nonostante la crisi, continua ad andare bene. Vestono casual, li vedi e pensi: sono dei progressisti. Entro in confidenza con lui e una sera gli dico di aver notato molte scritte sui muri di Ermoupoli che invitano a votare Chrisi Avghi, Alba Dorata, il movimento filonazista nato nel lontano 1980 ma esploso alle elezioni legislative del 7 maggio (poco meno del 7% dei voti, cifra mantenuta anche a quelle del mese successivo). Mi guarda complice e mi confessa che lui e la moglie sono suoi elettori. Lo lascio parlare. L’Europa, mi dice, la lobby ebraica i politicanti hanno distrutto lo stato sociale, favorito un’immigrazione incontrollata, chiuso fabbriche e aziende, smantellato la cantieristica navale, soffocato l’agricoltura e l’allevamento. Dal sogno delle Olimpiadi del 2004 alla bancarotta del 2012, un solo respiro. Parla per farsi capire, non per giustificarsi, e dentro di me gliene sono grato.
In effetti, sarebbe troppo facile credere che oggi in Grecia il nazionalismo e il fascismo guadagnino terreno esclusivamente nei gruppi sociali marginali, tra gente ignorante e senza pensiero critico o con un complesso di inferiorità nei confronti dello straniero. L’elettorato di Ermoupoli è simile a quello di Atene, Salonicco e Patrasso: persone della porta accanto, diplomate o laureate, giovani e meno giovani, occupati o disoccupati recenti. Tra loro c’è quel professore di storia che ha dichiarato in classe che avrebbe votato per i neonazisti (finendo sui giornali), il piccolo imprenditore che ha lavorato anni grazie alla manodopera pakistana, il genitore che sculaccia il bambino perché, stremato dal caldo, lo lasci dormire, il giovane studente, magari pacifista, che non vede un domani. I militanti di Chrisi Avghi distruggono gli stands degli stranieri senza documenti nelle feste di paese, ma nei quartieri periferici di Atene e Salonicco aiutano il pensionato a pagare la bolletta della luce, a risolvere un problema burocratico, a prenotare la visita specialistica. Rappresentano il nuovo stato sociale, il welfare “fai da te” in una situazione di estremo disagio e abbandono per un paese tradizionalmente formato da famiglie dove le generazioni si parlano e si aiutano. Un paese che non comprende neanche il concetto di “badante”. Del resto, il partito che prima incarnava il sentimento xenofobo, LAOS, è praticamente scomparso dall’arena politica greca perché ha appoggiato i governi del rigore, che si sono adeguati alle direttive della Trojka (BCE, UE e FIM) per mantenere la Grecia nell’Eurozona. Chrisi Avgi ha riempito il vuoto, quasi raddoppiando il consenso che aveva ottenuto LAOS negli ultimi anni. E questo, nonostante sia evidente a tutti che molti stranieri – con o senza documenti – stanno lasciando la Grecia per via della crisi e tornano nei paesi d’origine. Chi resta, come molti albanesi, lo fa perché ormai ha una famiglia grecizzata e in Albania non saprebbe come ricominciare. I pakistani, invece, che non si sono mai integrati, stanno ripartendo, a prescindere dalle violenze. Proprio la violenza, del resto, ha trovato un terreno fertile nell’assuefazione dei greci alla medesima. Da anni si svolgono nel centro di Atene manifestazioni violente: si sono scontrati anarchici e poliziotti, è scesa in piazza a rompere marmi e tirare pietre gente che non aveva partecipato a una sola manifestazione in vita sua. Ogni giorno uno sciopero, ogni giorno una strada interrotta. In questo contesto, una ronda di ragazzotti in camicia nera viene percepita come la normalità. E sicuramente non fa più scandalo degli edifici dati alle fiamme nella capitale, nel febbraio scorso. Il sentimento diffuso di fallimento ha aperto la strada a quella che in Italia continuiamo a chiamare, forse ingannandoci un po’, “antipolitica”. E invece Chrisi Avghi fa politica e agli occhi di molti è divenuto il solo partito in grado di rompere l’alternanza tra Socialisti e Liberali che ha portato la Grecia in coda all’Europa. Europa dalla quale in molti sono pronti a uscire, anche nella lontana Rodi, dove ritrovo le stesse scritte sui muri di Sira, perché la vita, anche solo a promesse, possa tornare un giorno simile a quella di pochi anni fa.  

lunedì 29 ottobre 2012

GIORNALISTI IN CARCERE. LA LISTA LAGARDE

La copertina di "Hot Doc" e il titolo: "Tutti i nomi. La Lista Lagarde"
Il volto di Kostas Vaxevanis



Non ci hanno pensato due volte. Kostas Vaxevanis, direttore della rivista "Hot Doc", il giornale che ha pubblicato la lista di 2.059 evasori fiscali greci, è stato arrestato dalla polizia ellenica. L'accusa è violazione della privacy. Senza una sentenza, al contrario del nostro Sallusti che ha la pena sospesa, Vaxevanis è in cella. Chissà cosa scriverà il "Giornale". 
La vicenda è complessa e ricostruita malamente sui nostri media. La lista con i nomi di 2.059 greci di primissimo piano del mondo imprenditoriale, politico e del jet set greco, fu fornita al governo greco nel 2010 da Christine Lagarde, all'epoca ministro delle finanze francese e oggi numero uno dell'Fmi . All'inizio della crisi, queste persone portarono illegalmente i loro soldi fuori dal paese nella filiale di Ginevra della HSBC (banca della cui pubblicità è tappezzato l'aeroporto Venizelos di Atene). L'elenco fa parte di migliaia di nomi di correntisti della HSBC presi dal banchiere Herve Falciani dai sistemi informatici della stessa banca e recuperati poi dalla Germania per combattere l'evasione fiscale. Il documento è stato distribuito a tutte le cancellerie europee e Lagarde fu incaricata per la Grecia. Da quel momento l'elenco girò per i corridoi del Parlamento, mentre fuori la gente si prendeva i lacrimogeni e i tagli a stipendi e pensioni, fino a "scomparire". Da qui la decisione del giornale "Hot Doc" di pubblicare finalmente l'elenco. 
"Nessuno ha confermato né smentito la correttezza dell'articolo," scrive Repubblica.it. 
Marconista ha raggiunto un paio di persone del parlamento greco, che hanno confermato: la correttezza dei nomi della lista e il fatto che presto il governo greco riceverà una nuova copia della stessa lista, che sarà probabilmente resa nota ufficialmente. 
Tra i 2.059 nomi ci sono quelli di due famiglie che conosco indirettamente. Dal 2010 si lamentavano di non avere più soldi per pagare le lezioni private dei loro figli. Confermo. I soldi erano in Svizzera.
Un'ultima questione: che fine hanno fatto i nomi italiani piratati da Falciani?


(segue)








SIMONE DONATI. VALLEY OF ANGELS





Oggi sapremo chi governerà la Sicilia nei prossimi anni.
Questa famiglia vive dal 2005 con i loro tre figli in un piccolo angolo dell'isola in modo semplice, controcorrente, con consumi limitati, forse il futuro.



http://www.terraproject.net/en/photographers/simone-donati/valley-of-angels

domenica 28 ottobre 2012

POSTER


                      Succede che ogni tanto qualcuno o qualcosa mi ricordi dove siamo andati.




SIRIZA. UNA QUESTIONE DI VITA E DI DIGNITA'