Riporto uno scritto di Manlio Castronovo, talentuoso studioso della lotta armata in Italia e in particolare del caso Moro, cui ha dedicato un libro dal titolo geniale: "Vuoto a Perdere", titolo che ora è anche il nome del suo blog. Ringrazio Manlio per la cortese concessione. Ci conosciamo e stimiamo. Ogni tanto non siamo d'accordo, ma è giusto così. Altrimenti sai che noia! Questo, però, è davvero uno scoop sensazionale. Si riferisce all'esperto americano chiamato da Cossiga durante i 55 giorni del sequestro Moro e tornato d'attualità grazie (o per colpa di) Minoli, che non potendo fare a meno di Mixer, è passato a Radio24 (non paga della Zanzara, evidentemente). La prima puntata aveva come fiore all'occhiello proprio un'intervista a questo Pieczenik. Né Minoli, né la sua redazione, però, si sono accorti con chi avevano a che fare:
Il caso disperato del dott. Pieczenick
4 ottobre
2013, Manlio Castronuovo
Il caro
amico “Nik” Guarneri , appassionato studioso di vicende legate agli anni ʼ70,
mi ha segnalato un farneticante ed allucinante post di tal Steve Pieczenick scritto
il 20 gennaio 2013, pochi giorni dopo la morte di Prospero Gallinari.
Se si
definiscono gli scritti delle BR “analisi deliranti” che dire di un post scritto
da chi si è auto-proclamato più terrorista di loro? Lo scritto di un imbecille psicopatico
che, per restare nel suo ambito di studi e cioè la psichiatria, non può che essere
appena fuggito da un manicomio criminale.
Analizziamone
alcuni passi. Anche se è dura rileggere quella ubriacante follia e riportarne lʼessenza
delle visioni.
Il post
inizia con un insulto non tanto a Gallinari, ma alla sua vittima principale e a
tutta la classe politica italiana. E non è che lʼinizio.
“The
worst part about P. Gallinari [PG] was not the fact that he had killed the Prime
Minister of Italy, Aldo Moro, an already pathetic, corrupt, ineffectual leader
like all of the other Italian Prime Ministers [are you listening, Berlusconi?]”
Patetico,
corrotto ed inefficace leader. Non mi sembra lʼabbia mai detto in Italia,
vero?
Parlando
poi degli altri terroristi che avrebbe combattuto come Habbash, Noriega e Gheddafi
(tanto per non fare nomi di secondo piano) Pieczenick ricorda come:
“They
may have been murderers, torturers, bullies but none of them bored me to (near)
death likePG.”
In pratica
Gallinari, lo avrebbe annoiato a morte. Ma perché? Che abbia dovuto, nel tentativo
di trattare con i brigatisti, uscirci anche a cena? No, molto peggio.
“In
a world filled with terror, imminent death, adrenaline rushes and constant fear,
no one threatened my life more literally than PG. He placed me on a HIT LIST for over two months where I had
to sleep and eat in the luxurious Excelsior Hotel in Rome with an unmarked 7.4
millimeter beretta every night and day, waiting to blow away anyone who came through
my room.”
Il nostro
eroe fu costretto a non godersi nemmeno la permanenza nel lusso dellʼExcelsior.
E per quanto riguarda le indagini? Iniziamo a divertirci...
“Thanks
to the inability of my CIA, State RSOs, and the ineffectual Italian Carabinieris,
I was on my own to ʻdealʼ with ʻregime changeʼ and the ʻnasty dead end kidsʼ, called
the Red Brigade.“
Magari
che i Carabinieri non dimostrarono il Massimo dellʼefficacia
in quei 55 giorni forse lo sapevamo ma che nel calderone fosse inserita anche la
CIA è un colpo duro da accettare. Ah già, forse perché essendo le BR eterodirette
dalla CIA (ma per i più temerari erano direttamente da considerare agenti CIA),
non è che si potesse pretendere che lʼAgenzia più famosa al mondo si autodenunciasse!
Il
caso disperato del dott. Pieczenick (4 ottobre 2013, Manlio Castronuovo)Il caso
disperato del dott. Pieczenick (4 ottobre 2013, Manlio Castronuovo)
Però,
a pensarci bene, non tutti i politici italiani erano patetici ed inefficaci. Cʼera
anche chi era talentuoso e furbo.
“As
usual, I left my safe house and embassy quarters to work directly with a very talented
Christian Democrat Interior Minister called Francesco Cossiga, a cunning, Sardinian.”
Tranquilli.
Stiamo parlando dello stesso Cossiga che conosciamo tutti. Non si tratta di un caso
di omonimia, come ha dimostrato il mio amico Marco Clementi relativamente alla
vicenda Sokolov.
“Cossiga
and I formed a bond of mutual distrust and Machiavellian maneuvering. I tried to
corner his fascist SISME and SISIDE [Police and Military Intelligence that had just
tried to overthrow the government] while neutralizing the P2 Scandal in Milan involving
the most corrupt tap-dancing moron and mafioso, Berlusconi.”
Ecco
perchè era talentuoso. Perchè assieme architettarono la machiavellica manovra che
avrebbe dovuto mettere fuori gioco SISDE e SISMI, neutralizzare la possibile rivelazione
dello scandalo P2 e, dulcis in fundo parlando di Berlusconi...
“He
had been arrested by my orders some forty years ago for also attempting to overthrow
the Italian Government.”
Tornando
a Gallinari.
“But
no one annoyed me more than PG! He was didactic, self-important, and worst of all
an intellectual poseur.”
E inizia
una lunga descrizione di quanto fosse per lui “merda” ciò che il brigatista scriveva
e che lui era costretto a leggersi. Lui, nipote del braccio destro di Trotsky.
Eh si
perché Gallinari
“PG
went to the full extent of trying to teach me about the Frankfurt School of Theory
and rationalize his killings according to Habermas, Adornoʼs Authoritarian Theories and even Trotskyʼs Need for Constant Revolution. Well, in my world of counter terrorism, please torture me,
interrogate me, or even shoot me... but never, never bore me to death.”
Diciamola
tutta, il povero Gallinari lo annoiava a morte. Chissà se lʼha mai
saputo. Certo che Gallinari se lʼè cercata proprio: e che cacchio,
e una barzelletta, caro Prospero, potevi pure mettercela in mezzo a tutte quelle
teorie delle quali (detta tra noi) non ci capiva nulla nessuno, però faceva chic
a citarle.
E quindi
non poteva che essere al massimo un Groucho-Marx (ista-leninista, aggiungo io)
della rivoluzione. Insomma una vergogna ed un fallito. Ed anche un vigliacco. Come
uomo e come terrorista.
“Quite
frankly, I am ashamed to say this but you are and were a complete disgrace to the
dishonorable field of terrorism. [..] Clearly
not only where you an intellectual coward but you were also a coward as terrorists
go, pleading for your life and complaining about your failing heart. Thank god thatʼs
over”
Che dire.
Proviamo a concludere.
Non uso
mai il sostantivo “terrorista” per definire che, negli anni ʼ70,
intraprese la via della lotta armata. “Militanti di lotta armata” sarebbe secondo
me il termine più corretto per onore della storia (il che non
vuole,
ovviamente, sminuirne gli errori o i crimini). Ma di fronte a Steve Pieczenick credo
si possa parlare di Terrorista con la T maiuscola, “terrorista dentro” per usare
unʼespressione dispregiativa con cui un ex brigatista etichettava
alcuni suoi ex compagni.
Qui siamo
di fronte ad uno psicolabile temporaneamente a piede libero. Se verrà mai in Italia
facciamo in modo di non diventare il suo palcoscenico del tragicomico, la sua seduta
psichiatrica in un lungo e disperato percorso verso la via del recupero delle facoltà
mentali di base. In questo scritto, di facoltà mentali, questo esaltato, dimostra
di non possederne neanche il minimo sindacale.
E speriamo,
soprattutto, che chi lo interrogherà o intervisterà in futuro, gli chieda conto,
come prima domanda, di questo scritto.
qui il link del blog di Pieczenick con il post su Prospero Gallinari