venerdì 10 maggio 2013

USTICA






Questo articolo è del 2005, tratto dal quotidiano viennese Der Standart. Si parla di Ustica in questi termini (è il corrispondente da Roma, Thomas Gotz)
Seconda colonna, secondo capoverso:
"Le relazioni con la Libia non erano idilliache. Nel 1980 un aereo civile italiano precipitò in mare mentre volava da Roma a Palermo. Aerei della NATO volevano colpire un aereo libico, ma per errore presero l'aereo passeggeri"

Non è che lo scrive come una rivelazione. Fa parte organica, per Gotz, della biografia di Gadhafi. Tutti sanno, fuori dai nostri confini. Solo a noi è preclusa una versione, la versione.

giovedì 9 maggio 2013

LE FOTO DI IERI





MURO ITALIANO






MURO DI BEIRUT

LE SOLITE CAZZATE DI REPUBBLICA. MA PER TRATTARE SI DEVE ESSERE IN DUE!




Fanno fatica a capirlo ancora oggi. Le Br non volevano denaro per Moro, ma una contropartita politica. Ecco perché l'aria fritta che segue, pubblicata ovviamente da Repubblica, non ha ragione di essere. Non c'è mai stata trattativa, come del resto si ricava dallo stesso articolo. Tra l'altro, si tratta di cose ampiamente note. "L'intermediario" delle Br era un fake, uno che si voleva prendere quel denaro.


Una cifra dai 10 ai 15 miliardi di lire era stata messa a disposizione di Paolo VI per salvare la vita di Aldo Moro. Un riscatto che riservati emissari pontifici, la mattina del 9 maggio 1978 - 35 anni fa - avrebbero dovuto consegnare a persone "vicine" ai terroristi delle Brigate Rosse che 55 giorni prima avevano rapito il presidente della Dc e massacrato la sua scorta a via Fani, a Roma, lo stesso giorno in cui Giulio Andreotti si presentò in Parlamento per ottenere la fiducia per il varo del primo governo nato d'intesa col Pci di Enrico Berlinguer. "Tutto era pronto per la liberazione di Moro, ma quella mattina del 9 maggio qualcosa andò storto o qualcuno si mise in mezzo per far fallire il piano voluto da Paolo VI, e finì come tutti sappiamo", racconta il teologo Gianni Gennari, giornalista Rai e titolare della popolare rubrica quotidiana "Rosso Malpelo" che da 17 anni tiene sul quotidiano cattolico Avvenire. Gennari ne ha parlato alla recente presentazione del libro "La zona franca" - sottotitolo, "Così è fallita la trattativa segreta che doveva salvare Aldo Moro", edito da Castelvecchio -  scritto dal giornalista Rai Alessandro Forlani.

Il corsivista della rubrica "Rosso Malpelo" ha anche fornito alcuni particolari inediti che riportano alla luce per la prima volta tutta la passione con cui papa Montini tentò di salvare Moro. Passione e determinazione che emersero pubblicamente alcuni giorni dopo il rapimento e la strage della scorta del leader Dc con la storica lettera aperta "Agli uomini della Brigate Rosse" nella quale il Papa implorò, prostrandosi simbolicamente ai loro piedi, di liberare Moro, "uomo giusto e buono". Gennari ha quindi presentato il fascicolo originale di Civiltà Cattolica in data 16 aprile 1978 (le bozze della rivista dei gesuiti sono sempre vistate in anticipo dalla Segreteria di Stato vaticana) in cui era scritto che, salvo il riconoscimento politico delle Br, bisognava fare tutto il possibile per la salvezza di Aldo Moro. Pochi però sanno  - ha specificato - che Paolo VI, affiancato dal suo segretario, monsignor Pasquale Macchi, mise in moto riservatamente tra i suoi amici un tam tam di solidarietà per raccogliere la cifra destinata al riscatto per la liberazione del presidente Dc, tenendo fuori dall'iniziativa i politici italiani.

I canali con la Santa Sede erano tenuti in piedi da due sacerdoti, noti nell'ambiente romano, ma lontani dalle alte sfere ecclesiastiche: padre Carlo Cremona, collaboratore del Gr2 e amico di monsignor Macchi, e don Cesare Curioni, il cappellano capo delle carceri italiane, che dopo il sequestro di Moro ha incontrato più volte a Torino, durante il processo, i capi storici della Br Renato Curcio e Alberto Franceschini, ricevendo l'assicurazione che loro con il rapimento Moro non c'entravano nulla. In questo contesto proprio padre Cremona aveva avuto l'incarico di attendere una telefonata la mattina del 9 maggio da parte di un intermediario delle Br che gli avrebbe annunciato dove trovare Moro per liberarlo. "Tutto pareva pronto", ha detto Gennari, "e in quella stessa mattina nella Direzione della Dc Amintore Fanfani avrebbe formalizzato anche la proposta di uno scambio per la liberazione della brigatista Paola Besuschio. Qualcuno o qualcosa vanificò l'iniziativa" e il corpo di Moro fu trovato crivellato di colpi in via Caetani all'interno della Renault R4 amaranto.

Secondo la testimonianza di don Curioni - ha ancora ricordato il teologo - sul cadavere del presidente Dc era presente un solo colpo che lo aveva ucciso con i segni del sangue. E c'erano poi altri colpi sparati a distanza di tempo che procurarono ferite che non presentavano tracce di sangue esterno. Probabilmente i cervelli di tutta l'operazione vollero essere sicuri in anticipo dell'uccisione dell'ostaggio e poi fecero credere ad alcuni dei brigatisti che avevano sparato uccidendo il presidente dc che in realtà era già morto. Per Gennari è chiaro che tutta l'operazione aveva come scopo principale l'eliminazione del personaggio principale di quel momento storico della politica italiana e la conseguente destabilizzazione dei due attori principali di quel momento, la Dc di Moro e di Benigno Zaccagnini e il Pci di Enrico Berlinguer. Tra l'altro, Gennari ha ricordato - e la cosa ha il sapore amaro dell'ironia della sorte - che Zaccagnini, se quel giorno non avessero rapito Moro, avrebbe dato le dimissioni da segretario dc in dissenso su alcune nomine di quel governo Andreotti. Non solo, ma, come ha ricordato l'onorevole Franco Salvi, braccio destro di Zaccagnini, sul Mattino del 29 ottobre 1993, "il Pci aveva deciso di votare contro il governo Andreotti, ma poi disse un sì coraggioso e difficile davanti all'emergenza". 

TUTTI I NOMI DEL DITTATORE



Proprio nel giorno della vittoria ritrovo un ritaglio di giornale con i nomi che Gadda attribuì al nostro vecchio duce.

Vale la pena riproporli:

AMATISSIMO
APPESTATO
APPESTATORE
BATRACE
BOMBETTA
CACIOCAVALLO
CUICO MARAMALDO
DEFECATO MALTONICO
EMIRO COL FEZ
ESRTOVERTITO
FACCIAFEROCE
FAVA
FAVA MARCIA
FAVENTE GENIO
FETENTE
GINOCCHIO
GIUDA IN BOMBETTA
GLORIOSO
GRAN PERNACCHIA
GRAN SOMARO
GRAN TAMBURONE DEL NULLA
GRAN TAURO
GRUGNONE SANGUEMARCIO
INTURGIDITO MODELLONE
MACCHERONE FOTTUTO DI PREDAPPIO
MALDITO
MASCELLA D'ASINO
MATTONE
MASCELLONE EBEFRENICO
MERDA
MERDONIO
MINCIOLINI
MINCHIONE OTTIMO MASSIMO
NAPOLEONE FESSO E TUTTOCULO
NERO PERSONAGGIO
NULLAPENSANTE
PIRGOPOLONICE
POFFARBACCO
PREDAPPIO
PREDAPPIOGIUDA
PREDAPPIOMERDA
PRIAPO-IMAGINE
PRIMO RACIMOLATORE E FABULATORE ED EJETTATORE
PROVOLONE
PULCINELLA FINTO CESARE
PUPAZZO
PUZZONE
RINCOGLIONITO QUIRINO
SCIPIONE AFFRICANO DEL DUE DI COPPE
SMARGIASSO IMPESTATO
SOMARO SOVRANO SEMINATORE
STIVALUTO
SUPER BALANO
TESTA DI MORTO
TREBBIATORE
TRITACCO
TROMBONE E NATICONE OTTIMO MASSIMO
TRUCE
VERBO STERILE
VIGILE DEI DESTINI

ERA DI MAGGIO

9 maggio nella storia: 1945: la Germania firma la resa senza condizioni nelle mani dell'Armata Rossa. 1976. La militante della Rote Armee Fraktion Ulriche Meinhof viene trovata morta nel carcere di sicurezza di Stammheim, Germania Occidentale. 1978. Peppino Impastato, militante di Democrazia Proletaria, viene ucciso dalla mafia. Le Brigate Rosse concludono l'operazione Moro con l'uccisione dell'ostaggio dopo che per 55 giorni lo Stato ha rifiutato di aprire una trattativa per la sua liberazione



martedì 7 maggio 2013

ANDREOTTI 2.0 I COMMENTI OVVERO LA BANALITA' DELLA POLITICA




Lo dico subito, da non romanista. Il commento migliore è quello di Totti. Perché le parole sono proprio le sue. E' Totti, senza suggeritori o mediazioni: 
"Oggi il nostro Paese ha perso un pezzo della sua storia. E' stato uno degli italiani più importanti dell'epoca moderna". Abbiamo qualcosa da ridire? E' vero, bravo Francesco.
"Sono certo - aggiunge il capitano - che continuerà a fare il tifo per noi anche dal cielo con la stessa passione di tutta una vita". Qui qualche dubbio l'avrei, non tanto in riferimento all'esistenza di Dio, quanto al campionato di calcio italiano in paradiso. Perché è sicuro che l'indulgenza di papa Francesco I appena eletto Andreotti se l'è presa.

Dopo la migliore, la peggiore: Napolitano, che in un messaggio di cordoglio inviato alla famiglia ha scritto: "sulla lunga esperienza di vita del Senatore Giulio Andreotti e sull'opera da lui prestata in molteplici forme nel più vasto ambito dell'attività politica, parlamentare e di governo, potranno esprimersi valutazioni approfondite e compiute solo in sede di giudizio storico". MA DAI? LAVORO PER MARCONISTA?

E aggiunge: "A me spetta in questo momento rivolgere l'estremo saluto della Repubblica a una personalità che ne ha attraversato per un cinquantennio l'intera storia, che ha svolto un ruolo di grande rilievo nelle istituzioni e che ha rappresentato con eccezionale continuità l'Italia nelle relazioni internazionali e nella costruzione europea". MA DAIII??!!! Uno studente del quarto ginnasio non avrebbe fatto peggio.



Neanche Letta, il piccolo capo del Governo provvisorio, si sbilancia, ma ripercorre la vita del senatore: "Protagonista della democrazia italiana sin dalla nascita della Repubblica dopo i traumi della dittatura e della guerra, ininterrottamente presente nelle istituzioni e nelle assemblee rappresentative, con lui se ne va un attore di primissimo piano di oltre sessant'anni di vita pubblica nazionale". MA DAI!!!!!!




ANCHE Grasso è stato originale: ha segnato la nostra storia - "Giulio Andreotti ha segnato un'intera epoca della nostra storia, contribuendo a fondare la nostra Repubblica da giovanissimo componente dell'Assemblea Costituente e alternando la carica di Primo ministro ad altri incarichi di governo, tra i quali, in particolare, quello di Ministro degli esteri." MA DAIIII!!!!!



DAI CINQUESTELLE UNA BOTTA DI TESTA. Sarti GIULIA: è morto il condannato prescritto per mafia - "E' morto Andreotti, il condannato prescritto per mafia". 
PENSAVO FOSSE MORTO, e invece no. Forlani: spero venga ricordato in modo più rispettoso della verità - "E' stato un esempio di grande serietà e coerenza anche se presentava la sua immagine con un certo distacco e sense of humor. Quando ha dovuto assumere cariche di governo lo ha fatto con impegno e serenità quando le ha lasciate. Spero che venga ricordato in modo più rispettoso della verità rispetto alle ricostruzioni giornalistiche e cinematografiche del personaggio". Rispetto per Forlani, che si posizione un metro sopra i colleghi per senso critico e coerenza.
Poi, però, ci pensa Casini a riportarci nel presente: "Grande personaggio, giudizio alla storia" -  "La mia è una riflessione reazione da amico perché l'ho conosciuto Andreotti tanti anni fa. Da giovane ho seguito un grande partito, la DC, di cui Andreotti è stato sempre un punto di riferimento. Era molto ammalato e tutti sapevamo la sua condizione di estrema gravità. È stato un grande personaggio, uno statista di cui si è parlato bene e male alternativamente e la storia gli darà un giudizio più serio di quanto i suoi detrattori gli hanno dato in vita". MA DAIII!!!!!!!
Mauro, ministro della Difesa, è distrutto dal dolore: perdita gravissima per l'Italia - ''La scomparsa del Senatore Giulio Andreotti rappresenta una perdita gravissima per l'Italia''. E aggiunge: ''La sua esistenza - rileva Mauro - lascia un segno profondo nell'intera storia repubblicana del nostro Paese ed un ricordo indelebile quale uomo politico e di cultura di massimo spessore''.





Schifani grande come sempre: "Scompare simbolo della vita democratica" - "Con la morte di Giulio Andreotti scompare un simbolo della nostra vita democratica" ha affermato il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani. "Un uomo che è stato capace, con alto senso dello Stato e con un'intelligenza non comune, di segnare tanti momenti fondamentali delle nostre istituzioni. Sono vicino ai suoi familiari -ha aggiunto- in questo momento di dolore, anche a nome di tutti i senatori del Popolo della Libertà".


MA La più sincera di tutte è quella del vecchio pidduista Cicchitto: "Per lui mediazione era essenza politica" - "Con Giulio Andreotti muore una personalità che nel bene e nel male ha espresso lo spirito più profondo della Dc". Così in una nota il deputato del Pdl Fabrizio Cicchitto. "Per lui la mediazione era l'essenza della politica e andava esercitata con tutti, dal Pci ai grandi gruppi economico finanziari agli alleati politici fino anche alla mafia tradizionale, mentre invece condusse una lotta senza quartiere contro quella corleonese, fedele in modo totale in una prima fase alla Alleanza Atlantica, in una seconda perseguì intese e rapporti anche con l'URSS e il mondo comunista", prosegue Cicchitto. "Egli diede anche espressione a quella parte della Dc che scelse di avere rapporti preferenziali con il mondo arabo nella moltelplicità delle sue espressioni". "Rispetto a De Gasperi e anche a Moro e a Fanfani egli è stato più l'uomo della continuità e della normalità della gestione del potere che non il protagonista di grandi progetti politici e di grandi cambiamenti strutturali", conclude.



Gasparri ce lo mettiamo? E dai va: "Indiscusso protagonista della politica italiana" - "Giulio Andreotti è stato un indiscutibile [?!] protagonista della vita politica italiana. Non sono mai stato un suo sostenitore ma ho condiviso con lui l'appartenenza al Senato, la fede calcistica, il quartiere ed anche la parrocchia di San Giovanni dei Fiorentini per la messa domenicale. Ha dimostrato in frangenti drammatici di saper affrontare con grande pazienza processi che non avrebbe dovuto subire. Autore e fautore di mille mediazioni dovrà, anche dopo la fine della vita terrena, accettare un dibattito a più voci sul suo ruolo politico. Ma, al di là della vicinanza o della distanza, credo che tutti ne riconosceranno la dedizione ai suoi incarichi ed una passione per la politica che ha saputo unire l'ascolto dei più lontani dei territori all'autorevole presenza nei più importanti consessi internazionali".
FINIAMOLA QUI.
PS. Il Diliberto, quello vero, non ha perso l'occasione per la citazione colta: "Era avversario di livello, ora omuncoli" - "E' scomparso un personaggio tra i principali della prima Repubblica, figura controversa. I contemporanei hanno difficoltà a giudicarla. Ai posteri l'ardua sentenza".  "Rimpiango quel mondo in cui vi erano contrapposizioni forti di pensieri forti e strutturati e oggi del tutto scomparsa - afferma - Le ombre sul passato di Andreotti sono molto serie e attengono alla sentenza che l'ha assolto per il periodo precedente a quello della prescrizione, appunto solo per la prescrizione. Era un avversario di livello, oggi i nostri avversari sono degli omuncoli, come d'altro canto anche noi".
 
Diliberto ha avversari??? Secondo me è avversario di se stesso.
E gli storici? Un mio collega mi suggerisce che li sentiranno per commentare lo scudetto della Juventus.



ANDREOTTI 1.0

BACCINI.1992


domenica 5 maggio 2013

FEMMINICIDIO E TASK FORCE




TASK FORCE. Questo ha proposto Laura Boldrini, presidente della Camera. Una Forza Speciale per combattere il femminicidio. Da un anno e mezzo i media enfatizzano il fenomeno. Da quando la Boldrini è presidente della Camera, l'enfasi è aumentata ancora. Eppure le cifre o non vengono riportate (più spesso) o sono sballate. Quelle riguardanti gli omicidi in Italia le dà l'Istat e risulta che il loro numero sia in costante diminuzione, tra gli uomini e le donne. nel 1991 furono compiuti 1.901 omicidi. Nel 2011 sono stati 526. E' vero che mentre diminuiva in assoluto la cifra delle donne uccise, aumentava in percentuale rispetto agli uomini, perché la flessione tra i maschi è stata più netta (dal 15 al 25%). Nel 2003 le donne uccise in Italia sono state 192. Nel 2009 172; nel 2010 156. Nel 2011 137. 

La violenza non è la prima causa di morte per le donne tra i 15 e i 44 anni in Italia, ma la quart'ultima (dati 2008). La prima resta il tumore. 


Allora tutto bene? Ovviamente no. Si devono azzerare i numeri di morte violenta. Ma gonfiare le cifre e suonare la cassa mediatica, per poi irrimediabilmente, tra qualche tempo, dimenticare il problema lasciando nuovamente le donne da sole, non aiuta a capire. 



OGGI A SAN PIETROBURGO

SCONTRI TRA POLIZIA E MANIFESTANTI. SI CHIEDE LA LIBERAZIONE DEI PRIGIONIERI DI COSCIENZA. UN TUFFO NEL PASSATO.


DA ROMA ALLA TERZA ROMA




Dato che oggi è la Pasqua ortodossa vorrei parlare di una quesitone che mi sta qui da anni. In occasione del natale di Roma ormai da troppo tempo (33 anni!) il comune finanzia e patrocina un seminario internazionale organizzato da un giurista della Sapienza - Catalano - che se non sbaglio insegna diritto romano, e dall'unità di ricerca "Giorgio La Pira" del CNR, istituzione alla quale va il mio rispetto.
Il fatto è che, nonostante abbia chiesto ufficialmente di non essere invitato, continuano imperterriti a mandarmi l'invito su carta costosissima ogni anno (cfr. le foto)

Il seminario parte da un presupposto falso e storicamente inesistente. Ossia che a Mosca si sia pensato che, dopo la caduta di Roma e Costantinopoli, il centro della cristianità fosse approdato lì. Non è mai accaduto. Un povero prete scrisse un paio di missive su questo tema al Gran Principe (e non zar o imperatore) che neanche lo degnò di una risposta. Fine. Non c'è mai stato dibattito teologico su una tale assurdità.
Solo con gli anni alcuni studiosi hanno pensato bene di trovare in questa "ambizione" le spiegazioni per la politica di Mosca in Europa.
Dato che il seminario si basa su una cavolata di partenza, non può essere che discutibile il contenuto, i temi scelti di anno in anno.

Per esempio, il tema scelto per quello che si è appena svolto è "Popolazione e cittadinanza. Da Roma a Costantinopoli a Mosca". E vai, un bel tema erga omnes, dove ognuno può dire la sua, il verso e il suo contrario, senza doversi giustificare di fronte a nessuno. Né, tantomeno, alla storia (per inciso, invito a leggere gli atti che ogni anno, costosissimi, vengono editati. Ce ne sono alcune davvero divertenti).

Il tema è talmente strano, che la traduzione russa (Narodonaselenie i Grazhdanstvo. Ot Rima k Tret'emu Rimu) fa ridere. Ritradotto in italiano viene così: Popolazione del popolo e cittadinanza. Da Roma alla Terza Roma. Costantinopoli ce la siamo persa per strada. Mosca è diventata in automatico "Terza Roma". La parola Narodonaselenie, vi assicuro, non si usa MAI.

Tra gli interventi, tutti dedicati alla "cittadinanza", alcuni spiccano per fantasia: Massimo Luciani: "Cittadinanza nella Repubblica Romana del 1849"; Sergej Zhuravlev: "La politica sovietica degli anni '30 relativa alla cittadinanza e le sue conseguenze per i cittadini stranieri sul territorio dell'URSS" (chissà chi ha tradotto il titolo).
Cosa c'entrino con il medio Evo e l'età moderna è un mistero.

Tra le comunicazioni, un mitico Turcan: "Mutations du "civis Romanus": du citoyen de Rome au citoyen du monde".

Per fortuna Antonio Carile sa di cosa parla: "Il principio di eguaglianza nell'Impero romano d'Oriente".

Ma poi ci pensano Irina Potkina e Basak Karaman a riportarci nella realtà: "Gli imprenditori stranieri [!!! imprenditori] e il loro status civile nell'Impero russo", cosa di cui non si sa nulla, a parte la novità del concetto di imprenditore. Marx l'ha saltato.
Karaman ci ha parlato, invece, di "Cittadinanza Romana e...[uno si aspetterebbe almeno Impero Ottomano e invece no], Repubblica Turca, quella nata nel 1919. Che cavolo c'entrano i romani? E la terza Roma?

La sezione finale riguarda "Popolo e Migrazioni" (Popoli no?)

Qui davvero mi perdo. Passiamo da "Migrazioni e frontiere: Roma, Istanbul (e non Costantinopoli) e Mosca", per non scontentare nessuno, a: "Crisi demografica, migrazioni, cittadinanza russa" di Gian Paolo Caselli, a Maniscalco Basile: "Il 'popolo' dalla Povest' o Car'grade [Racconto di Costantinopoli] all'incoronazione di Michail Fedorovich Romanov (1613. Come si vede quest'anno sono 400 anni).

Perché dalla Povest o Car'grade? Il popolo?

Vi prego, non invitatemi più che ogni volta mi piange il cuore sia nel vedere le cavolate che mettete in programma, sia soprattutto per i soldi pubblici che sprecate.

Fate i bravi, dai.






































ΧΡΙΣΤΟΣ ΑΝΕΣΤΗ


Oggi è la Pasqua ortodossa. Sono in festa la Grecia, la Russia, la Romania, la Bulgaria, la Serbia, la Macedonia, parte della Bosnia, la minoranza serba in Germania, la Moldavia, l'Ucraina, la Bielorussia, l'Etiopia, la chiesa di Costantinopoli, il patriarcato di Antiochia, quello Gerusalemme, la chiesa di Cipro, l'arcidiocesi di Tirana, il patriarcato di Alessandria. Insomma, la gran parte del Mediterraneo e tutta l'Europa orientale.
In molti di questi paesi la Chiesa fa parte della tradizione nazionale ed è, più che il simbolo della religione, quello dell'unità del paese. Il motivo va cercato nel periodo centrale dell'era moderna, quando moltissimi di questi paesi erano tributari di imperi multinazionali.
Fu allora che molte di quelle chiese locali conservarono e trasmisero la lingua e la cultura di quei paesi.
Il Monte Athos, nella penisola Calcidica, dove sono presenti monasteri di quasi tutte le chiese ortodosse, è la sintesi di quella storia. Ancora oggi gode di extraterritorialità.

Alda Kossova ha scritto moltissimo su questi argomenti. Riporto un breve stralcio di un suo articolo tratto dal sito http://www.aldakossova.it



Della funzione contestuale del referente biblico: il caso de «L’encomio per Costantino-Cirillo» di Clemente d’Ocrida, in “BIZANTINISTICA”, Serie Seconda, III – 2001, Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo (CISAM), Spoleto 2001, pp. 277 – 312
Il vaglio esegetico della complessa testura dell’opera rivela il filigranato impianto biblico che la sottende. Lumeggia altressì l’alto sapere teologico dell’estensore. Enuclea, nel contempo,  quella sua mirabile abilità creativa  che governa la puntuale confluenza, più o meno carsica, di tutte le filamenta anagociche atte a rivelarlo difensore convinto dell’indipendenza spirituale e chiesastica della stirpe slava. Conferiscono altresì prestigio e autorità all’autocefalia della Chiesa del Primo impero di Bulgaria, da poco conquistata dallo zar Simeone I.
Sotto questo profilo, è bene rimarcarlo, l’Encomio è la più antica testimonianza (fine IX sec.) dello scrivere per rivendicare, che gli Slavi di fede ortodossa affiancarono con successo allo stimolo generatore dello scrivere per edificare, che aveva caratterizzato tutta la letteratura medievalecristiana.
L’impianto rigorosamente trinitario dell’Encomio conferisce all’esaltazione di Cirillo la prova della perfezione che ha informato il suo operare quale Apostolo degli Slavi. Da servitore diligente scrupoloso e assolutamente fedele alla Santissima Trinità. Dio-Padre l’aveva prescelto per portare la stirpe slava alla salvazione. Da Dio-Spirito Santo aveva ricevuto intelletto e potenza per adempiere alla missione. Testimoniando il Verbo aveva generato in Cristo gli Slavi che acquistano la gloria di Dio-Figlio.
La perfezione dell’agire di Costantino-Cirillo s’estende fino ad abbracciare anche gli effetti delle sue gesta: laraggiunta edificazione di una solida e spiritualmente matura Chiesa slava/bulgara.