giovedì 10 gennaio 2013
TRANSGENDER
domenica 6 gennaio 2013
ANNA ACHMATOVA
Due ritratti di Anna Achmatova freschi di Museo Russo di San Pietroburgo
Quello di Al'tman, il secondo, fu usato per la copertina di un libro sul dissenso sovietico.
Un non competente studioso di dissenso sovietico si inerpicò all'ora nella spinosa strada di recensire il libro.
Ci riuscì, nel senso che buttò giù una roba che chiamò recensione e la pubblicò nella rivista elettronica che aveva ideato assieme a un suo collega e che grazie a dio da tempo ha chiuso. Ebbe, comunque, l'idea di criticare anche la scelta della copertina.
Riporto: "L’autore, ben consapevole della complessità del suo studio, tenta nel capitolo introduttivo di enucleare tutte le problematiche del lavoro. Il lettore può essere forse sorpreso sin dalla copertina, dove campeggia il bellissimo ritratto di Anna Achmatova eseguito da Natan Al´tman nel 1914. Il libro prende avvio proprio dalla poetessa russa che viene in qualche modo elevata a simbolo della dissidenza sovietica. Clementi, non esplicitando peraltro la citazione, le dedica infatti il titolo del primo paragrafo usando un verso, modificato tramite la sostituzione dei nomi, della canzone di Fabrizio De Andrè “Ho visto Nina volare”. Il volo di Anna rappresenta, secondo l’autore del libro, il volo libero della fantasia poetica, troppo spesso, nel corso del XX secolo, infrantosi contro lo scoglio dell’ideologia politica. Ovviamente l’Achmatova non è una dissidente in senso stretto e probabilmente viene qui convenzionalmente, e forse arbitrariamente, scelta in quanto rappresentante dell’intelligencija artistica, cioè di un singolo, seppur fondamentale, mattone del muro del dissenso."
Se è fondamentale, quel mattone, perché lo si considera "arbitrario"? Tant'è. Resta a futura memoria di chi l'ha scritto, ma ogni tanto serve ricordarlo anche a noi, anche perché la critica è spesso pungente, ma quasi mai saggia.
Quello di Al'tman, il secondo, fu usato per la copertina di un libro sul dissenso sovietico.
Un non competente studioso di dissenso sovietico si inerpicò all'ora nella spinosa strada di recensire il libro.
Ci riuscì, nel senso che buttò giù una roba che chiamò recensione e la pubblicò nella rivista elettronica che aveva ideato assieme a un suo collega e che grazie a dio da tempo ha chiuso. Ebbe, comunque, l'idea di criticare anche la scelta della copertina.
Riporto: "L’autore, ben consapevole della complessità del suo studio, tenta nel capitolo introduttivo di enucleare tutte le problematiche del lavoro. Il lettore può essere forse sorpreso sin dalla copertina, dove campeggia il bellissimo ritratto di Anna Achmatova eseguito da Natan Al´tman nel 1914. Il libro prende avvio proprio dalla poetessa russa che viene in qualche modo elevata a simbolo della dissidenza sovietica. Clementi, non esplicitando peraltro la citazione, le dedica infatti il titolo del primo paragrafo usando un verso, modificato tramite la sostituzione dei nomi, della canzone di Fabrizio De Andrè “Ho visto Nina volare”. Il volo di Anna rappresenta, secondo l’autore del libro, il volo libero della fantasia poetica, troppo spesso, nel corso del XX secolo, infrantosi contro lo scoglio dell’ideologia politica. Ovviamente l’Achmatova non è una dissidente in senso stretto e probabilmente viene qui convenzionalmente, e forse arbitrariamente, scelta in quanto rappresentante dell’intelligencija artistica, cioè di un singolo, seppur fondamentale, mattone del muro del dissenso."
Se è fondamentale, quel mattone, perché lo si considera "arbitrario"? Tant'è. Resta a futura memoria di chi l'ha scritto, ma ogni tanto serve ricordarlo anche a noi, anche perché la critica è spesso pungente, ma quasi mai saggia.
Ritratto di Kuzma Petrov-Vodkin |
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