venerdì 30 marzo 2012

GIORNATA IMPORTANTE

Ieri è stata una giornata importante. In ordine: la Spagna è scesa in piazza e si sono registrati pesanti scontri in alcune città con la polizia. I sindacati non accettano la riforma del lavoro proposta dal governo e hanno dichiarato che la lotta continuerà fino a che non otterranno mutamenti. La Spagna ha vissuto una "giornata greca", o "il fuoco greco", che secoli fa era un ottimo mezzo per combattere gli assedi.
Ricordate il pezzo di un inviato di Santoro sul lavoro in Spagna, terra dell'oro per gli italiani che non trovano da noi? Era pochi mesi fa, mica un anno.
In Grecia, nel frattempo, la polizia ha controllato molti immigrati per le strade di Atene. Da mesi sono in sciopero della fame per chiedere il riconoscimento del loro status di rifugiati politici. Parallelamente, l'università, di fianco alla quale si sta svolgendo la protesta, è stata attaccata dai neonazisti.
In Italia un gruppo di professori universitari ha firmato un "manifesto per un nuovo partito". Personaggi di sinistra girotondina, baroni ma anche diversi apprezzabili studiosi hanno deciso che è giunto il momento di cambiare. Il manifesto è delirante, purtroppo. Si utilizzano luoghi ormai diventati comuni, un lessico sinistroide pidiessino e salottiero. Proposte di democrazia dal basso e ritorno a uno Stato diviso in Comuni, come ai tempi delle Repubbliche Marinare. Per ora il partito non ha un nome. Ha una collocazione, a sinistra, sulle rovine della sciagurata svolta dei primi anni Novanta. Da allora non ci si è più ripresi.
Lasciamo che il progetto muoia da sé, o diventi qualcosa di più comprensibile. Poi, casomai, ne riparliamo. Un fatto è che dopo aver contribuito a distruggere l'università italiana, gestendo concorsi e corsi di laurea come cosa loro, contro la legge ma purtroppo tra la passività dei ricercatori, proprio alcuni di loro se la sentano, sulla soglia della pensione, di scendere in politica.
A Milano sono stati messi all'asta e comprati da dell'Utri volantini delle BR. I parenti delle vittime si sono lamentati per l'assenza dello Stato, che non li ha acquistati. Ma lo Stato ne ha pieni gli archivi. Qualcuno dovrebbe informarli. Inoltre, non è vero, come è stato dichiarato, che sono state fatte leggi solo a favore degli ex brigatisti. Le leggi in Italia (nonostante B.) non sono ancora ad personam. La gestione del pentitismo e l'invenzione della dissociazione sono stati, assieme alle torture (si veda http://insorgenze.wordpress.com/2012/03/29/le-bugie-del-governo-le-torture-possibili-del-sottosegretario-allinterno-prefetto-carlo-de-stefano/), un modo per combattere il fenomeno della lotta armata. I parenti delle vittime hanno avuto molto: posti di lavoro, carriere veloci, denaro. Cose che uno Stato normalmente fa. Nessuno scandalo, ma anche troppo lamenti.
E proprio sulle BR ieri si twittava tra i compagni di un documentario della TV tedesco-francese Artè. L'autore è Mosco Levi Boccault.
So che il documentario ha riscosso un certo successo tra la compagnieria che ha potuto vederlo. Alcune cose, però, vanno chiarite.
Ho partecipato in piccola parte al lavoro. Nulla di tecnico o come autore. Sono stato contattato per fare da tramite con un ex che ha rilasciato una lunga intervista. Egli, però, compare suo malgrado. Dopo tre settimane di riprese, infatti, ha rifiutato di continuare su quel tipo di taglio. Ci sono stati un paio di incontri a Milano a tre per discutere del lavoro, ma senza risultato. Nonostante la mai firmata liberatoria per l'uso delle sue immagini in video, nel doc sono stati inseriti brani di quelle interviste. L'ex ha anche scritto una lettera di protesta ad Artè dopo la messa in onda del film un paio di mesi fa.
Inoltre, non era prevista in partenza la partecipazione di dissociati.
Perché il documentario ha riscosso un certo successo? E perché, invece, all'ex non è piaciuto?
Il successo deriva dal confronto con quello che esiste oggi in rete e in TV: lavori che si basano essenzialmente sulla dietrologia, i misteri, i ruoli dei servizi ecc., illazioni mi dimostrate ma che fanno audience.
Nell'opera di Mosco non c'è dietrologia, ed è un bene. Il documentario, però, si apre con il TG del 16 marzo 1978. Come se la storia delle BR, due decenni di lotta armata, si potesse sintetizzare in quelle immagini. Manca la dietrologia, è vero, ma l'approccio non mette in luce la lotta di classe che è stata all'origine del fenomeno brigatista, i coinvolgimenti delle fabbriche, la grande solidarietà del movimento che ha permesso anni di lotta in clandestinità. Quel fenomeno è stato possibile proprio perché è esistito un tessuto sociale e politico che ne ha permesso la nascita e lo sviluppo. Questo quadro generale manca e si riduce tutto al racconto di quattro o cinque ex che sembrano pensionati, capitati quasi per caso dietro alla macchina da presa, e alle solite immagini di repertorio tra i bossoli di via Fani e i corpi di magistrati e poliziotti uccisi.
Documentaristi, giornalisti, professori universitari. Nessuno che fa il suo mestiere. Tutti alla ricerca di qualcosa di altro e di nuovo per occupare il tempo che, evidentemente, li tiene annoiati sul posto di lavoro.





















LE BR A DELL'UTRI


ALCUNI DEI DOCUMENTI DELLE BR ACQUISTATI ALL'ASTA A MILANO DALLA BIBLIOTECA DI DELL'UTRI








BARCELLONA 2

Alcune foto sugli scontri di ieri tratte da video di giornali on line catalani































giovedì 29 marzo 2012

BARCELLONA



Documento del 31 marzo 1992 su Vladimir Putin

A destra il simbolo della Federazione Russa. Scritta: Primo Ispettore Statale della Federazione Russa. 
Direttore della direzione di controllo dell'amministrazione del Presidente della Federazione Russa
31 marzo 1992
numero di protocollo 105-117n

A sinitra: Al ministro dei rapporti economici con l'estero della Federazione Russa P. O. Aven

Testo

Spettabile Petr Olegovich

Alla direzione di controllo dell'amministrazione del Presidente della Federazione Russa sono giunti dei materiali dal gruppo di lavoro dei deputati del Consiglio cittadino dei deputati del popolo di San Pietroburgo, che testimoniano della possibile necessità di rimuovere dal suo incarico il presidente del Comitato per i rapporti con l'estero presso l'amministrazione del sindaco di San Pietroburgo, Putin V.V.
In relazione a ciò, La prego di non assumere alcun provvedimento riguardo eventuali nuovi incarichi per Putin V.V. fino allo studio di questi materiali da parte della direzione di controllo.
Firmato Ju. Boldyrev


(Juryj Boldyrev è stato Primo ispettore statale della Federazione Russa dal 2 marzo 1992 al 4 marzo 1993)


mercoledì 28 marzo 2012

TUTTAPATATA


CARLA SIGNORIS







Movimento delle Patate in Grecia

In Grecia la vendita diretta dal produttore al consumatore taglia gli intermediari e i prezzi

C'è qualche controversia sul dove e come è iniziato, ma Christos Kamenides, geniale professore di marketing agricolo all'Università di Salonicco, è sicuro che lui e i suoi studenti hanno messo in piedi un sistema che funziona.
Di certo il cosiddetto "Potato movement", attraverso il quale centinaia di tonnellate di patate e altri prodotti - che probabilmente il mese prossimo includeranno anche l'agnello pasquale - vengono venduti ai consumatori direttamente dai produttori, sta prendendo piede in tutta la Grecia. «Perchè tutti ne traggono benefici», dice Kamenides davanti a uno dei camion da 25 tonnellate di patate, a un altro di cipolle, e ad alcune camionette piene di riso e olive. «I consumatori ricevono prodotti di buona qualità pagando un terzo del prezzo che pagherebbero normalmente, e i produttori ricevono subito i soldi». Kamenides e i suoi studenti hanno escogitato un sistema semplice. L’unica trovata geniale è stata coinvolgere i Comuni greci, cosa che ha conferito al movimento una maggiore organizzazione e un incoraggiamento ufficiale, che altrimenti sarebbe mancato.

Funziona in questo modo: un Comune annuncia la vendita. I cittadini prenotano ciò che vogliono comprare, e poi il comune ordina a Kamenides la quantità richiesta. Lui e i suoi studenti chiamano gli agricoltori locali per capire chi può soddisfare la domanda. Arrivano con la quantità di prodotti richiesti all'appuntamento, incontrano i consumatori e affare fatto!

La vendita diretta piace molto. In quella organizzata il mese scorso dai volontari di Katerini, a Sud di Salonicco, in soli 4 giorni sono state vendute 24 tonnellate di patate, con 534 famiglie che hanno partecipato all'ordine.

«Oggi» dice Kamenides «abbiamo un camion qui e altri due in un comune vicino. Domani ci sarà una vendita di 4 camion. Sono 100 tonnellate di patate, direttamente dal produttore al consumatore, senza nessuno in mezzo che fa alzare i prezzi».

Il movimento, afferma Elisabet Tsitsopoulou, una delle donne in fila per comprare, è «importantissimo. Al momento qui gli stipendi sono molto bassi, e continuano a diminuire, ma i prezzi rimangono gli stessi di sempre. In questo modo si risparmia un bel po'. Più della metà». Anche i produttori sono contenti. Apostolos Kasapis dice che per lui la cosa più positiva è: «Vengo pagato subito. Non si guadagna molto, solo qualcosa in più del costo di produzione, ma prendo subito i soldi, che in un periodo di crisi è una cosa molto importante».

Kasapis afferma che chi vende all'ingrosso a volte "ci mette un anno a farsi pagare. A volte i soldi non li vede proprio più. Solo nel mio paese gli agricoltori sono in credito per 500.000 euro. Quindi per noi la cosa migliore è che abbiamo riguadagnato potere nei confronti degli intermediari, che per anni ci hanno spremuto e si sono approfittati di noi».Alla vendita diretta, di solito le patate costano 25-30 centesimi al chilo, 5-10 centesimi in più del costo di produzione e ben al di sotto dei 60-70 centesimi ai quali si vendono nei supermercati.

Incoraggiato dal successo del movimento, che è stato accolto con entusiasmo dai sindaci, Kamenides ha detto che sta lavorando su un sistema a più ampio raggio per le cooperative unificate, che coinvolga produttori e consumatori. Questo sistema potrebbe fornire un nuovo modello economico per l'acquisto e la vendita di generi alimentari in Grecia. Al momento il "Potato movement" sembra un esempio della tipica inventiva greca, che cerca modi di cooperare per fronteggiare un periodo di recessione che dura da 5 anni, con il 21% di disoccupazione e più della metà dei giovani senza lavoro. Anche lo stipendio minimo sta per essere abbassato da 750 a 500 euro al mese.

Fonte: The Guardian via Agra Press

martedì 27 marzo 2012

PIOGGIA-DDT


LA CENA DEI CRETINI


CITTADINI ONORARI



DA OGGI TUTTI I CORAZZIERI, CORPO SPECIALE DEI CARABINIERI, SONO DIVENTATI CITTADINI ONORARI DI ROMA.
GIA' GUARDIA D'ONORE DELLA MONARCHIA SABAUDA, HANNO UN PROPRIO STENDARDO CON I COLORI DELLE TRE CITTA' IN CUI HANNO PRESTATO SERVIZIO: TORINO, FIRENZE E ROMA.

IL LORO MOTTO DICE: VIRTUS IN PERICOLIS FIRMIOM OSSIA IL VALORE E' PIU' SALDO NEL PERICOLO.

IL CONSIGLIO COMUNALE DI ROMA HA VOTATO IL PROVVEDIMENTO ALL'UNANIMITA': 40 sì SU 40 PRESENTI.


LA CITTADINANZA ONORARIA COSTITUISCE UN'ONORIFICENZA CONCESSA PER ONORARE UNA PERSONA, ANCHE NON RESIDENTE, CHE E' RITENUTA LEGATA ALLA CITTA' PER NASCITA, PER IL SUO IMPEGNO O LE SUE OPERE.

PREVEDIAMO LA PROSSIMA USCITA DI UN LIBRO DAL TITOLO "CORAZZIERI. OPERE E GIORNI". AUTORE, WALTER VELTRONI. EDITORE: RXXXXXI.





lunedì 26 marzo 2012

OLGA

Olga Sivakova, una delle maggiori artiste di Leningrado-San Pietroburgo durante gli anni della perestrojka e della prima Russia post-sovietica si è spenta nel 1997 nella sua città natale.
Pittrice e stilista di moda, lavorò nei più grandi studi della città. Rinnovò la stantia moda sovietica attraverso la rivisitazione delle avanguardie russe del 900. In campo grafico univa una grande immaginazione alla leggerezza del tratto. Ieri, 25 marzo 2012, avrebbe compiuto 45 anni.


OLGA E LA SORELLA GEMELLA KATERINA

KATERINA

OLGA
OLGA, KATERINA, IL PADRE VIKTOR, LA MADRE SVETA NEL 1982
ALCUNI SCHIZZI PER UNA SFILATA
MARIONETTA
IL "PUSHKIN" DI OLGA
NELLO STUDIO