Opac Sbn, un gioiello italiano che rischia di scomparire
Tecnologia 7 maggio 2013
C'è un gioiello tutto italiano sul web che rischia di sparire, per mancanza di fondi: è il servizio del Catalogo nazionale on line delle Biblioteche italiane (Opac Sbn), a cui aderiscono oltre 5 mila biblioteche. E' un esempio di come il web possa mettersi al servizio del mondo 'materiale' (ricerca di libri o documenti rari). Servizio superfluo, in tempi di vacche magre? Non proprio: www.opac.sbn.it ha più di 2 milioni e mezzo di visitatori l’anno: studiosi, ricercatori o semplici lettori.
Come spiegano le responsabili Gabriella Contardi e Silvia Simonelli, il catalogo consente di accedere a 14 milioni di titoli con 64 milioni di localizzazioni, circa 50 milioni di ricerche bibliografiche e piu’ di 35 milioni di pagine visitate’’. E permette anche di prenotare la consultazione del libro o del documento, chiederne una riproduzione e in alcuni casi il prestito. Un sogno, per chi ad esempio (come me) ha fatto la tesi prima del web, cercando i testi in biblioteche diverse di diverse città.
Taglio su taglio, dopo anni il Catalogo unico non dispone più dei finanziamenti necessari alla gestione. ‘’Si è dovuto ridurre il livello del servizio offerto e cercare finanziamenti al di fuori del bilancio dell’Iccu. Ma ormai la chiusura è inevitabile’’. E pensare che, come spiegano gli addetti, il Catalogo unico ‘’è considerato una realizzazione all’avanguardia presa a modello di buona pratica a livello internazionale’’.
Possiamo fare uno sforzo e salvarlo?
Franca Ferri
Tecnologia 7 maggio 2013
C'è un gioiello tutto italiano sul web che rischia di sparire, per mancanza di fondi: è il servizio del Catalogo nazionale on line delle Biblioteche italiane (Opac Sbn), a cui aderiscono oltre 5 mila biblioteche. E' un esempio di come il web possa mettersi al servizio del mondo 'materiale' (ricerca di libri o documenti rari). Servizio superfluo, in tempi di vacche magre? Non proprio: www.opac.sbn.it ha più di 2 milioni e mezzo di visitatori l’anno: studiosi, ricercatori o semplici lettori.
Come spiegano le responsabili Gabriella Contardi e Silvia Simonelli, il catalogo consente di accedere a 14 milioni di titoli con 64 milioni di localizzazioni, circa 50 milioni di ricerche bibliografiche e piu’ di 35 milioni di pagine visitate’’. E permette anche di prenotare la consultazione del libro o del documento, chiederne una riproduzione e in alcuni casi il prestito. Un sogno, per chi ad esempio (come me) ha fatto la tesi prima del web, cercando i testi in biblioteche diverse di diverse città.
Taglio su taglio, dopo anni il Catalogo unico non dispone più dei finanziamenti necessari alla gestione. ‘’Si è dovuto ridurre il livello del servizio offerto e cercare finanziamenti al di fuori del bilancio dell’Iccu. Ma ormai la chiusura è inevitabile’’. E pensare che, come spiegano gli addetti, il Catalogo unico ‘’è considerato una realizzazione all’avanguardia presa a modello di buona pratica a livello internazionale’’.
Possiamo fare uno sforzo e salvarlo?
Franca Ferri
1 commento:
Qui un comunicato in controtendenza. La vigilanza deve ovviamente restare massima http://www.librari.beniculturali.it/opencms/opencms/it/news/novita/novita_0042.html
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