Il nove maggio del 1978 veniva rinvenuto il cadavere di Aldo Moro, ucciso dalle BR.
La DC continuava a pensare alla politica del Palazzo, come testimoniato da Indro Montanelli nel libro postumo "I conti con me stesso", Rizzoli.
da p. 254:
"9 maggio. Il cadavere di Moro, lasciato su una macchina fra Botteghe Oscure e piazza del Gesù, ci coglie di sorpresa. Siamo stati duri nei suoi confronti [in precedenza Montanelli aveva scritto che Moro, 'anche se torna è politicamente finito e deve ritirarsi': p. 252]. La sua fine miseranda c'ispira un sentimento di pietà, ma fa sorgere altri pericoli contro cui occorre mettere in guardia: in nome del 'martire', i suoi cercheranno di spingere avanti la sua 'linea'. Mazzotta è d'accordo, ma mi raccomanda di dirlo a tempo giusto. I Cento si preparano ad approfittare del rimescolamento di carte, ma non capisco più chi e quanti sono. [...] Ora i Cento si sono accordato gli hiltoniani di Umberto Agnelli, dei cui soldi evidentemente hanno bisogno, ma che si trascina dietro De Mita e altri 'basisti'. Puntano su Formali, e così tutto il giuoco si capovolge. Ho avuto a Torino una franca spiegazione con Gianni e Umberto Agnelli. Per la prima volta Gianni mi ha parlato e mi ha lasciato parlare per un'ora dello stesso argomento senza annoiarsi com'è solito. ma vuole la rottura della Dc, mentre Umberto ne vuole la conquista. Romiti mi assicura che accetterà la proposta di Venini per il 'Giornale'. Si comincia a respirare."
Moro ancora nella Renault 4 e già si pensa alle cose pratiche. In politica non si può perdere tempo. Lo dimostra una successiva pagina, datata 11 maggio 1978, due giorni più tardi:
"Bernabei mi chiama a Roma per comunicazioni urgenti e riservatissime. Gli mando Melani. Bernabei gli dice, a nome - si capisce - di Fanfani, che occorre liquidare Andreotti, il quale si propone di mandare Zaccagnini al Quirinale e Forlani alla segreteria del partito per spingere a fondo l'accordo coi comunisti. [...]. Ma Fanfani s'illude. il vero padrone è ormai Andreotti. Nemmeno le dimissioni di Cossiga lo hanno scosso perché i comunisti lo sostengono. Tutto sta a vedere se vorrà comandare dal Quirinale, da Palazzo Chigi o da piazza del Gesù".
Sono ancora sostenibili le tesi che con la morte di Moro è finita la prima Repubblica? E se sì, con quanti distinguo? E, infine, una piccola notazione. In Italia si stampano circa 60.000 libri l'anno. Quasi la metà non arriva in libreria. Il fatturato complessivo dell'editoria del 2010 è stato 3.4 miliardi di Euro. 24 milioni gli italiani che leggono almeno un libro in un anno. Un lettore è considerato "forte" se ne legge dai cinque in su. Montanelli lo comprano, ma non lo leggono.
La DC continuava a pensare alla politica del Palazzo, come testimoniato da Indro Montanelli nel libro postumo "I conti con me stesso", Rizzoli.
da p. 254:
"9 maggio. Il cadavere di Moro, lasciato su una macchina fra Botteghe Oscure e piazza del Gesù, ci coglie di sorpresa. Siamo stati duri nei suoi confronti [in precedenza Montanelli aveva scritto che Moro, 'anche se torna è politicamente finito e deve ritirarsi': p. 252]. La sua fine miseranda c'ispira un sentimento di pietà, ma fa sorgere altri pericoli contro cui occorre mettere in guardia: in nome del 'martire', i suoi cercheranno di spingere avanti la sua 'linea'. Mazzotta è d'accordo, ma mi raccomanda di dirlo a tempo giusto. I Cento si preparano ad approfittare del rimescolamento di carte, ma non capisco più chi e quanti sono. [...] Ora i Cento si sono accordato gli hiltoniani di Umberto Agnelli, dei cui soldi evidentemente hanno bisogno, ma che si trascina dietro De Mita e altri 'basisti'. Puntano su Formali, e così tutto il giuoco si capovolge. Ho avuto a Torino una franca spiegazione con Gianni e Umberto Agnelli. Per la prima volta Gianni mi ha parlato e mi ha lasciato parlare per un'ora dello stesso argomento senza annoiarsi com'è solito. ma vuole la rottura della Dc, mentre Umberto ne vuole la conquista. Romiti mi assicura che accetterà la proposta di Venini per il 'Giornale'. Si comincia a respirare."
Moro ancora nella Renault 4 e già si pensa alle cose pratiche. In politica non si può perdere tempo. Lo dimostra una successiva pagina, datata 11 maggio 1978, due giorni più tardi:
"Bernabei mi chiama a Roma per comunicazioni urgenti e riservatissime. Gli mando Melani. Bernabei gli dice, a nome - si capisce - di Fanfani, che occorre liquidare Andreotti, il quale si propone di mandare Zaccagnini al Quirinale e Forlani alla segreteria del partito per spingere a fondo l'accordo coi comunisti. [...]. Ma Fanfani s'illude. il vero padrone è ormai Andreotti. Nemmeno le dimissioni di Cossiga lo hanno scosso perché i comunisti lo sostengono. Tutto sta a vedere se vorrà comandare dal Quirinale, da Palazzo Chigi o da piazza del Gesù".
Sono ancora sostenibili le tesi che con la morte di Moro è finita la prima Repubblica? E se sì, con quanti distinguo? E, infine, una piccola notazione. In Italia si stampano circa 60.000 libri l'anno. Quasi la metà non arriva in libreria. Il fatturato complessivo dell'editoria del 2010 è stato 3.4 miliardi di Euro. 24 milioni gli italiani che leggono almeno un libro in un anno. Un lettore è considerato "forte" se ne legge dai cinque in su. Montanelli lo comprano, ma non lo leggono.
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