venerdì 11 maggio 2012

OLGA LA BELLA

In questo blog si parla di Italia e Grecia, oltre che di Russia. Ora la rivendicazione di una attentato contro un dirigente Ansaldo, Adinolfi, unisce i primi due paesi. Per giorni, come ricorda l'amico P., siamo stati gettati in una nuova realtà: non più le rivendicazioni, ma le "attribuzioni". Insomma, gli inquirenti non vedevano l'ora che qualcuno si facesse sentire. Saranno contenti (e comunque ho qualche dubbio sulla rivendicazione).



OLGA OIKONOMIDOU
Tratto da RADIO RAI

La rivendicazione comincia con una citazione di Bakunin e due frasi di Adinolfi che dovrebbero "giustificare", nel folle progetto dei gambizzatori, l'attentato. Le frasi "imputate" dagli attentatori sono:  "In Giappone si sono registrati oltre diecimila morti, ma neppure uno finora é dovuto agli incidenti nucleari" e "l'impatto ambientale del nucleare è limitato, considerato che non c'è produzione di C02".
"Abbiamo azzoppato Roberto Adinolfi - esordisce la rivendicazione - uno dei tanti stregoni dell'atomo dall'anima candida e dalla coscienza pulita". Ad Adinolfi viene addebitato l'essere "ingegnere nucleare, amministratore delegato in carica dell'Ansaldo Nucleare", e di avere "guidato in qualità di direttore tecnico il consorzio Ansaldo-FIAT, creato per la progettazione degli impianti italiani di Montalto di Castro e Trino Vercellese". Altro capitolo della cosiddetta accusa il suo aver "collaborato al rimodernamento del fu Superphenix" e aver "costruito gli impianti a Cemavoda in Romania".
Adinolfi viene qualificato come uno dei "maggiori responsabili insieme a Scajola del rientro del nucleare in Italia. Membro della commissione Unicen per la normativa nucleare e vice presidente della Società Nucleare Italiana, componente del Goveming Board della piattaforma tecnologica europea Sustainable Nuclear Energy".

La cellula Olga afferma di non "amare la retorica violentista". Poi scrive: "Con una certa gradevolezza abbiamo armato le nostre mani, con piacere abbiamo riempito il caricatore. Impugnare una pistola, scegliere e seguire l'obiettivo, coordinare mente e mano sono stati un passaggio obbligato, la logica conseguenza di un'idea di giustizia, il rischio di una scelta e nello stesso momento un confluire di sensazioni piacevoli. Un piccolo frammento di giustizia, piombo nelle gambe per lasciare un imperituro ricordo di quello che è ad un grigio assassino".

Infine ancora una minaccia:  potevamo colpire - scrivono - "qualche funzionario dell'Equitalia, ma con questa azione non siamo alla ricerca di "consenso". Quella che adesso cerchiamo è complicità. In un passato recente un nucleo della FAI/FRI lo ha fatto ferendo gravemente un funzionario dell'Equitalia, lo ha fatto ricevendo una diffusa approvazione, cosa che gli anarchici autodenominatosi "sociali" in questi anni hanno infinite volte tentato di raggiungere senza mai riuscire (...)". Insomma, si colpisce ma senza cercare approvazione sociale: "Non consideriamo un referente i cittadini indignati per qualche malfunzionamento di un sistema di cui vogliono continuare ad essere parte. Scambiare rabbia ed indignazione per un processo di rivolta allo status quo è segno di una pericolosa miopia rivoluzionaria (...) con questa azione - rivendica la cellula Olga - si vuoil segnare "definitivamente un solco con l'anarchismo infuocato solo a chiacchiere e intriso di gregarismo".

Sulla genesi del nome spiegano: "Abbiamo preso il nome di una nostra sorella delle CCF, Olga lkonomidou (...) nelle nostre prossime azioni, il nome degli altri fratelli greci, un azione per ognuno di loro".

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