martedì 10 settembre 2013

NUOVO CORSO

UNA FOTO STORICA. SI TRATTA DELLA PRIMA IMMAGINE DI
GARRI KASPAROV, FUTURO CAMPIONE DEL MONDO DI SCACCHI
E OPPOSITORE DI PUTIN, MAI PUBBLICATA SULLA PRAVDA.
ERA L'APRILE DEL 1978 E KASPAROV AVEVA 14 ANNI [ARCHIVIO MARCONISTA]

Il candidato del Cremlino Sergej Sobjanin è stato riconfermato sindaco di Mosca dal voto popolare di domenica 8 settembre. Dopo un periodo discretamente lungo di interruzione del suffragio universale per le amministrative (nove anni), Mosca e altre città della Federazione russa hanno infatti potuti ri-eleggere il proprio sindaco con voto diretto. Nel 2004 il presidente Vladimir Putin aveva preferito sostituire all’elezione della massima carica cittadina la nomina diretta del Cremlino, allo scopo di estendere il proprio controllo in modo capillare su tutta la Federazione. Ora si è tornati a una pratica vicina a quella delle democrazie occidentali, pratica alla quale Putin si è affidato comunque da una posizione di forza, avendo ottenuto un nuovo mandato presidenziale dopo la riforma costituzionale voluta dal suo predecessore, Medvedev, nel marzo del 2012. Il candidato del Cremlino nella capitale, Sobjanin, era il sindaco uscente. Uomo di potere, nominato da Putin sindaco nel 2010, si è presentato al voto come naturale favorito. Il suo sfidante più accreditato è stato, a sorpresa, il blogger Aleksej Naval’nyj, un giovanotto di 37 anni da tempo tra le voci più influenti dell’opposizione democratica. Opposizione che per la prima volta da un decennio a questa parte è riuscita ad esprimere un candidato credibile che, pur non avendo vinto, ha raccolto il 27,24% dei consensi, contro il 51,37 del vincitore. Se il ballottaggio è dunque sfumato, dopo le grandi manifestazioni di protesta dello scorso anno le voci fuori dal coro (dalle Pussy Riot all’ex campione del mondo di scacchi Garri Kasparov passando per il leader dei nazional-bolscevichi Eduard Limonov fino ai centri di studio e ricerca come Memorial) si sono finalmente emancipate da quel 5-7% di voti che prendevano regolarmente alle presidenziali a causa della mancanza di una proposta politica concreta in grado di avvicinare gli elettori. Del resto, anche Putin un successo l’ha ottenuto: alle elezioni del 2012 aveva raccolto il 46,9% nella capitale (a Groznyj, il maggiore centro della Cecenia pacificata, il 99,6!), mentre oggi il suo candidato è stato riconfermato al primo turno.
Ma cosa ha in più Naval’nyj rispetto ai rappresentanti politici dell’opposizione democratica russa che negli anni scorsi hanno sempre fallito ottenendo modesti risultati a ogni elezione? Quello che qui da noi potrebbe ancora essere considerato un ragazzo (prodigio) o un “Gianburrasca” della politica, si è formato negli anni Novanta dopo la caduta del comunismo, quando ha ottenuto due lauree, una in giurisprudenza e l’altra in economia. Seguendo dunque la corrente e la moda del dopo perestrojka, ha studiato per essere pronto ad affrontare un mondo diverso, nel quale servivano competenze in grado di avvicinare l’uomo al nuovo che avanzava: gli affari. Nel 2000 si iscrive al partito Jabloko, una formazione neoliberale fondata da Grigorij Javlinskij, figura di politico emersa con forza durante la perestrojka e che si trovò tra i primi a entrare, durante il tentato colpo di stato dell’agosto 1991 che portò alla dissoluzione dell’Urss, nella camera da letto del suicida ministro degli Interni Boris Pugo. Carriera veloce quella di Naval’nyj, che lo porta nel 2003 a guidare il partito a Mosca durante la campagna elettorale per le amministrative. Nel 2004 fonda il “Comitato di difesa dei moscoviti” che lotta contro la “gentrificazione” della città, riuscendo a ottenere la sospensione di centinaia di progetti di costruzione di nuovi e moderni quartieri al posto di quelli vecchi. Nel 2008 fonda la “Unione degli azionisti di minoranza” allo scopo di battersi contro la politica finanziaria delle multinazionali russe dell’energia come Gazprom, Rosnefti, Transefti e Gazpromnefti. Questo suo impegno lo porta in breve a diventare uno dei simboli della campagna anticorruzione. Apre un blog, che diviene presto il più seguito del paese. Alle elezioni per la carica di sindaco si è presentato con un programma chiaro incentrato sulla trasparenza, la politica del fare e la lotta alle mafie di palazzo. Naval’nyj ha proposto anche una decentralizzazione del potere del sindaco, con conseguente devoluzione ai municipi di quartiere delle decisioni correnti. Ha promesso una semplificazione della burocrazia locale con un uso più diffuso delle nuove tecnologie per lo svolgimento delle pratiche personali. Infine, ha dichiarato di voler creare condizioni più adatte allo sviluppo del libero mercato in una città come Mosca, che secondo recenti statistiche appare tra le meno “attraenti” nella Federazione Russa per gli investitori, sia russi che stranieri. 
Che piano piano il vento stia cambiando in Russia viene confermato dai risultati di un’altra grande città, quella che è considerata la terza capitale della Federazione, Ekaterinburg, alle pendici degli Urali, dove venne sterminata la famiglia imperiale nel 1918. Qui si è andati al ballottaggio. Il candidato della piattaforma democratica, Evgenij Rojzman, è di poco avanti rispetto a Jakov Silin, rappresentante del partito di Putin Russia Unita. Per ora siamo 33 a 30. È presto dire se ci si trova di fronte a una tendenza di lungo periodo. Fatto sta, che quanto sta accadendo dentro le urne non ha precedenti nella storia recente della Russia. 

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