lunedì 15 luglio 2013

15 LUGLIO 1974. CIPRO

Check-point
IL 15 luglio 1974 le forze della giunta militare greca invase Cipro e depose l'arcivescovo Macario III, primate della chiesa autocefala dell'isola e presidente della repubblica. Macario era un elemento di stabilità tra le due nazionalità dell'isola, la turco-cipriota e la greco-cipriota, che dal 1960, anno dell'indipendenza, vivevano in una situazione di relativa pace, allontanando sempre di più la prospettiva di una unione con Atene. La Turchia, forte dell'accordo con cui gli inglesi avevano lasciato Cipro nel 1960 in base al quale era possibile intervenire in difesa di una minoranza, se minacciata da una potenza esterna, fece sbarcare sulle coste settentrionali alcune truppe che in un giorno occuparono una striscia di terra, consolidandola. In breve i turco-ciprioti e i greco-ciprioti dovettero abbandonare rispettivamente il sud e il nord del paese, che in poche settimane venne segnato da una cosiddetta linea-verde, che divide ancora oggi la capitale, Nicosia.
Nel Nord dell'isola venne fondata una Repubblica Settentrionale Turca di Cipro, mentre il Sud mantenne il nome di Cipro. La repubblica è stata riconosciuta solo dalla Turchia e dal 1974 vive una doppia vita: de jure fa parte di Cipro, ma de facto ne è separata.
Oggi Cipro è un paese schizofrenico, con realtà contrastanti, o che si ignorano, a poche decine di chilometri una dall'altra. Attraversando ovunque la linea verde, all'interno della quale sono rimasti vuoti migliaia di palazzi in tutta l'isola, si passa dal post-moderno europeo a un modernismo post-ottomano conservatore. (foto di Marconista)

Famagosta. Repubblica turca del Nord di Cipro

La bandiera



Cipro. Spiaggia di Agia Napa




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