giovedì 8 marzo 2012

Barroso scrive ad Atene mentre all'asta vanno le prime olimopiadi

José Barroso
Il presidente della Commissione Europea, Barroso, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio greco Papademos, nella quale si è detto pronto a sostenere la Grecia nel tentativo di ripresa economica. II 28 marzo si attende un elenco dettagliato delle misure che Atene dovrà intraprendere, con i tempi e gli ostacoli da superare.Barroso sottolinea che, al fine di dare una spinta reale alle misure, Atene deve creare  immediatamente una task force formata da funzionari nominati da Papademos, che in cooperazione con la Commissione redigerà in tempi brevi una relazione da presentare alla Commissione.Nel "pacchetto Barroso" si parla di sostegno alle piccole imprese, la lotta alla disoccupazione ed eliminazione delle inefficienze della pubblica amministrazione e del sistema finanziario.Barroso si è detto anche pronto a garantire un rapido accordo in seno al Consiglio dei ministri e al Parlamento europeo sul meccanismo di ripartizione dei finanziamenti e dei rischi correlati, per sostenere lo sviluppo di infrastrutture chiave.  
Il Fondo sociale europeo sosterrà la riprogrammazione dei fondi per ridurre la disoccupazione giovanile attraverso azioni volte a migliorare le opportunità di formazione, le possibilità di conciliare lavoro e formazione e favorire la mobilità Strategico, in questa prospettiva, sono il sostegno che il governo greco dovrà dare alle privatizzazioni e gli investimenti nel settore energetico per sviluppare fonti rinnovabili.La Grecia è commissariata. La politica ha ceduto da tempo il proprio posto alla pianificazione economica dei grandi centri finanziari europei e la decisione di Atene di non tornare alla dracma e restare nell'euro ha aggravato questa dipendenza.  
Le elezioni, con ogni probabilità, non ci saranno, e Papademos "governerà" la macelleria sociale fino al 2013, quando la legislatura finirà naturalmente. 


Oggi un professore di liceo guadagna mediamente 730 euro. Senza tredicesima, assegni aggiuntivi o premi. E in prospettiva, gli stipendi continueranno a scendere. 
Molti giovani provenienti dalla periferia greca stanno ipotizzando un ritorno a casa, al paese, dove magari la famiglia ha una piccola attività che ancora regge nonostante tutto. Ad Atene è tutto fermo. Ogni giorno chiudono negozi, grandi firme e piccole botteghe. Nel quartiere più ricco della capitale, Kolonaki, una famosa casa produttrice di scarpe e abbigliamento sta liquidando il magazzino. Lo sconto è del 75%, ma nonostante questo non riesce a vendere. I prezzi restano ancora troppo alti.  


Ci si chiede, ad Atene come a Roma, chi abbia provocato al crisi e chi debba pagarla. Mentre cerchiamo una risposta teorica, la finanza non si preoccupa della prima domanda. Ma sa con certezza chi deve pagare. Il capitale continua a rivoluzionare il mondo, a governare il mutamento. Marchionne è uno dei maggiori rappresentanti di questo nuovo modo di pensare. 


Non si intravede un "new deal" alle porte. Oggi le misure sono i licenziamenti e i tagli, la depressione della società civile e la repressione violenta di ogni resistenza. Con il congelamento della politica, che si trova sotto ricatto, in Grecia come in Italia viene messo in discussione anche il meccanismo della democrazia rappresentativa, che non garantisce più guadagni. Si è alla ricerca di una nuova sovrastruttura politica, che per ora chiamiamo "tecnocrazia". Il mondo è in movimento, la strada è intrapresa. 








  


Nel frattempo giunge la notizia che il nipote di Spiridon Louis ha messo all'asta la coppa che vinse il nonno nella maratona delle prime Olimpiadi moderne, svoltesi ad Atene nel 1896.
Come riportano tutti i mezzi di informazione, Spiridon chiuse la gara in 2 ore 2 58 minuti, ma allora la maratona era di 40 chilometri, invece degli attuali 42 e 195 metri.
Spiridon Louis 
Un trofeo del genere, che ha una portata storica unica per il paese che ha inventato le Olimpiadi, dovrebbe stare in un museo. Speriamo che le maggiori fondazioni greche si muovano per assicurarli l'asta e mantenerlo in patria. 



























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