A Milano non si sciopera.
A Milano le norme riguardanti le auto bianche contenute nella lenzuolata liberalizzazioni sono già attuate da sei anni.
I tassisti della "capitale morale" si sono affidati ai loro sindacalisti, che per giorni hanno manipolato il contenuto del decreto per evitare che non partecipassero alla mobilitazione nazionale.
Ora i sindacalisti milanesi hanno perso la faccia. I tassisti, invece, non avrebbero scioperato neanche per un turno.
Devo rettificare quanto scritto ieri. I tassisti milanesi, infatti, si sono ritrovati a San Siro in assemblea. I leader sindacali, però, hanno dichiarato di non conoscere i termini del decreto. Cerchiamo di capirci qualcosa, sebbene non conoscendo i termini del decreto l'analisi resta nell'aria. E restiamo al cinema. Altre figure di tassisti: Alberto Sordi ne "Il Tassinaro". Roberto Benigni in un episodio del film di Jim Jarmush "Night on the Earth (Tassisti di notte). Noi ricordiamo Benigni perché siamo italiani, ma il pezzo migliore di quel film è stato forse il quadro finlandese, con un gruppo di amici che devono tornare a casa dopo una sbronza. Con un taxi. Il Tassinaro è il tipico tassista romano di destra. Il padroncino. Che non può scioperare, perché è, appunto, un padrone del proprio mezzo e della licenza con la quale lavora. Fa una serrata, oltre a interrompere un servizio pubblico. Come la licenza, del resto, che rivende al nero quando si ritira. E magari apre una pizzeria, a Roma, a Largo Argentina (controllare per credere). Il tassista Benigni è forse uno di quelli che durante l'estate prende in affitto la licenza dal padroncino. Il tassista di Helsinki, invece, è una figura di contorno nell'episodio. Ma anche un sodale del gruppo di amici. Anche lui ha vissuto le stesse avventure. Anche lui, depresso nel lungo inverno finlandese, si è ubriacato e poi è stato costretto, dalle rigide norme stradali vigenti, a chiamare un collega per farsi riportare a casa. Altre latitudini. In Russia vige ancora il taxi abusivo. Nel senso che tassisti siamo tutti. Chiunque si può fermare e caricare qualcuno che fa un segno per strada. Non è legale, ma si fa. Ci sono decine di compagnie di taxi e una vera concorrenza. Le tariffe sono libere, e si sono abbassate. Torniamo ai tassinari. Con le loro agitazioni cercano di mantenere la posizione di privilegio che esiste per la loro categoria. Categoria, non classe. Tanto che si fanno coprire le spalle dalla destra, che oggi ha parlato di staccare la spina. Sono padroni, è normale. Non lottano per i propri diritti, non lottano per il mantenimento dell'articolo 18. Vogliono mantenere l'esclusiva del loro essere padroni. Feccia, che dispone di un reddito doppio, composto dal salario e dallo sfruttamento del mezzo di produzione, che è il taxi. Parola che deriva dal greco taxideuo (si legge taxidevo), che significa "viaggiare". In Grecia sedersi su un taxi costa un euro. Andare da San Babila a San Siro o da San Giovanni a Trastevere, circa dieci euro. Kalo taxidi, Italia.
A Milano le norme riguardanti le auto bianche contenute nella lenzuolata liberalizzazioni sono già attuate da sei anni.
I tassisti della "capitale morale" si sono affidati ai loro sindacalisti, che per giorni hanno manipolato il contenuto del decreto per evitare che non partecipassero alla mobilitazione nazionale.
Ora i sindacalisti milanesi hanno perso la faccia. I tassisti, invece, non avrebbero scioperato neanche per un turno.
Un quadro dell'episodio finlandese di Night on the Earth |
Robert De Niro in "Taxi Driver" |
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