giovedì 26 gennaio 2012

Sommossa in Val Susa il 3 luglio 2011

La "sommossa" in Val Susa del 3 luglio 2011
"Our Mutual Friend" doveva essere il solo post di oggi.
Poi, all'alba, il blitz delle forze del disordine italiane, che hanno arrestato 26 persone per la manifestazione del 3 luglio, quando, secondo il Viminale, rimasero feriti 200 agenti. Le accuse vanno da violenza e resistenza a pubblico ufficiale, fino a lesioni e danneggiamenti in concorso e aggravati. Capi di imputazione da stato emergenziale. Tra i primi ad essere presi, Giorgio Rossetto, leader del centro sociale torinese Askatasuna, e Guido Fissore, consigliere comunale di Villarfioccardo. Questo il bottino della Cancellieri.
Gli avvocati della squadra legale del movimento No Tav si trova al al lavoro per arginare la repressione, codice alla mano.


Queste le prime notizie. Non è la prima volta che una questura si inventa capi di accusa che poi, nel corso dei mesi, si svuotano di sostanza. E molti degli arrestati escono al primo ricorso, quando spesso l'arresto non viene confermato dal tribunale del riesame.


Anche se si vuole farli passare per atti di violenza, si tratta di reati di opinione. I manifestanti si sono difesi perché attaccati dalla polizia per le loro opinioni. Difesi con mezzi inadeguati rispetto ai gas urticanti della polizia in assetto antisommossa. Perché in Italia le manifestazioni sono delle sommosse. Da quando? 1821, mi pare. Un buon periodo di tempo per cambiare idea da parte delle istituzioni, non sfruttato bene.


Lo Stato continua a non essere terzo nel corso delle manifestazioni-sommosse. Ma lascia che i taxi blocchino le città, i pescatori il mare, gli autotrasportatori le strade, uccidendo. 


Con la potenza di un cavallo vapore su strada si spostano 150 tonnellate di merci. Sul mare 4000. 


A cosa servono gli arresti di oggi in queste condizioni?





























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