sabato 8 giugno 2013

RODI, 1943





JUDERIA


Quasi dispiace abbandonare Rodi 
anche se sempre un’isola ci attende 
altre coste fronzute altri villaggi silenziosi 
più uguali dove incalza la fuga dei tramonti il quotidiano ticchettìo del presente.

Con le doppie
triple muraglie torri minareti 
Rodi mi ha richiamato in queste strade selciate un po’ dirute 
e qui ho cercato
la finestra il sottarco 
il barbacane che sostenne la culla 
e diede inizio al tuo corso vitale destinato
a fondersi col mio senza il riparo di bianchi baldacchini.
Juderia si chiamava.
Traversando la vuota sinagoga 
una guardiana ciarliera sefardita mi aprì un varco al sole del cortile al pozzo antico
alle foto che si arrestano alla data solo per noi felice del tuo ignaro inizio d’esistenza

Era arrivato il tempo delle stragi. Ora ci resta
rigida la figura di una sposa in frac
questo sposo marito 
per sei giorni biciclette sul prato 
quattro amici troppo ridenti al clic dell’obiettivo 
nella stiva di un cargo in verticale
il passo del fuggiasco 
in trasversale.



Meeten Nasr
AL TRAGUARDO DI MALAGA
(Poesie 2000-2009)

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