Dimitris Stamatis |
Intervista di
Marconista a Dimitris Stamatis, Deputato indipendente del distretto di
Aitolaolarnania, che domenica 12 febbraio, il giorno degli scontri di Atene,
ha votato no al diktat della Trojka, contro le indicazioni del suo ex partito,
Nea Demokratia. [Doveva andare da Matrix, è qui con noi]
* Onorevole Stamatis, la ringrazio
per la Sua disponibilità. La prima domanda riguarda il passo del presidente della Commissione Europea Barroso, che ha
scritto al primo ministro greco Papademos un Memorandum che contiene una serie di punti
riguardanti investimenti per combattere la disoccupazione giovanile e
rilanciare gli investimenti e lo sviluppo. Si tratta di obiettivi reali? Se sì,
in quanto tempo? E che prezzo dovrà pagare ulteriormente la società greca?
Penso
che le mosse comunicative che saranno fatte da qui in avanti, sia verso il
governo greco, sia verso i partiti della maggioranza, hanno lo scopo di dare
loro un aiuto in vista delle elezioni. Inoltre, nel secondo Memorandum
purtroppo non è menzionata, come prospettiva, ma a maggior ragione neanche come
scopo o come pratica di governo, la parola “sviluppo.
* La Grecia è in default e praticamente commissariata dalla Trojka. Che
ruolo può avere la politica in una situazione del genere? Quanto è importante
tornare al voto in questo momento?
La
Politica e i politici, purtroppo, hanno assunto il ruolo di fedeli esecutori
dei mandati della Trojka. E’ molto importanti per il popolo greco e per il paese
andare alle elezioni ora. In questo modo, anche indirettamente, i Greci avranno la possibilità di esprimere la propria volontà. Anche se la situazione, più o meno, è già segnata.
* Il referendum che voleva indire l'ex residente del consiglio Papandreu sul pacchetto di
provvedimenti imposto ad Atene fu impedito dalla UE. Sta accadendo la stessa
cosa con le elezioni politiche? La tecnocrazia sta sostituendo, nei paesi più
deboli, la democrazia. Qual'è il Suo
giudizio?
Già lo
abbiamo visto, purtroppo. Le scelte dell’elettorato non hanno corrisposto alla
politica messa poi in atto dai partiti. In realtà ci stiamo dirigendo, o ci troviamo già, dentro un'altra forma di "democrazia", che ha come asse portante una mancanza di vera democrazia, escludendo la società dagli sviluppi
politici del paese. L'Unione europea chiama e impone una politica per noi (per
la società) senza di noi.
* La violenza delle manifestazioni che si sono svolte in Grecia è
sintomo di un gravissimo disagio sociale e di difficoltà apparentemente
insuperabili per una grande fetta di popolazione. Perché condannarle? Solo per
un motivo morale - la violenza è sempre sbagliata - o esiste un motivo
politico? Quale?
Penso
che la violenza in questa fase sia essenzialmente sovversione e serva a
disorientare il ruolo che vorrebbe giocare spontaneamente e in modo decisivo la
società. Io personalmente sono contro ogni forma di violenza e credo che nel
lungo periodo la stessa si riveli come un metodo di repressione al servizio del
sistema, e vada contro gli interessi della società nel suo insieme.
* Qual'è la Sua previsione per i prossimi mesi, da qui all'estate, per
la situazione economica e sociale del paese? Esistono scadenze precise che
scandiscono l'umore della piazza. La Grecia potrà reggere a nuovi disordini? E in
tal caso, la
repressione crescerà di
conseguenza?
Personalmente,
mi aspetto un'esplosione delle contraddizioni nel mese di giugno. Mi riferisco
alle misure economiche, già scritte, che dovranno essere adottate allora. Il
popolo non ha dato "carta bianca" ai partiti per quanto riguarda il
Memorandum. Ma dopo le elezioni, purtroppo, sembrerà che la colpa sarà dei
partiti.
Ha un progetto economico e sociale per fare uscire il paese dalla crisi?
Perché
ha votato no
il 12 febbraio?
Voglio
che la mia patria sia indipendente, dignitosa, orgogliosa, anche se povera.
Dimitris Stamatis
Deputato indipendente
del distretto di Aitolaolarnanias
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