lunedì 19 marzo 2012

Intervista di Marconista a Dimitris Stamatis, Deputato indipendente del distretto di Aitolaolarnanias


Dimitris Stamatis
Intervista di Marconista a Dimitris Stamatis, Deputato indipendente del distretto di Aitolaolarnania, che domenica 12 febbraio, il giorno degli scontri di Atene, ha votato no al diktat della Trojka, contro le indicazioni del suo ex partito, Nea Demokratia. [Doveva andare da Matrix, è qui con noi]

* Onorevole Stamatis, la ringrazio per la Sua disponibilità. La prima domanda riguarda il passo del presidente della Commissione Europea Barroso, che ha scritto al primo ministro greco Papademos un Memorandum che contiene una serie di punti riguardanti investimenti per combattere la disoccupazione giovanile e rilanciare gli investimenti e lo sviluppo. Si tratta di obiettivi reali? Se sì, in quanto tempo? E che prezzo dovrà pagare ulteriormente la società greca?

Penso che le mosse comunicative che saranno fatte da qui in avanti, sia verso il governo greco, sia verso i partiti della maggioranza, hanno lo scopo di dare loro un aiuto in vista delle elezioni. Inoltre, nel secondo Memorandum purtroppo non è menzionata, come prospettiva, ma a maggior ragione neanche come scopo o come pratica di governo, la parola “sviluppo.

* La Grecia è in default e praticamente commissariata dalla Trojka. Che ruolo può avere la politica in una situazione del genere? Quanto è importante tornare al voto in questo momento?

La Politica e i politici, purtroppo, hanno assunto il ruolo di fedeli esecutori dei mandati della Trojka. E’ molto importanti per il popolo greco e per il paese andare alle elezioni ora. In questo modo, anche indirettamente, i Greci avranno la possibilità di esprimere la propria volontà. Anche se la situazione, più o meno, è già segnata.

* Il referendum che voleva indire l'ex residente del consiglio Papandreu sul pacchetto di provvedimenti imposto ad Atene fu impedito dalla UE. Sta accadendo la stessa cosa con le elezioni politiche? La tecnocrazia sta sostituendo, nei paesi più deboli, la democrazia. Qualil Suo giudizio?

Già lo abbiamo visto, purtroppo. Le scelte dell’elettorato non hanno corrisposto alla politica messa poi in atto dai partiti. In realtà ci stiamo dirigendo, o ci troviamo già, dentro un'altra forma di "democrazia", che ha come asse portante una  mancanza di vera democrazia, escludendo la società dagli sviluppi politici del paese. L'Unione europea chiama e impone una politica per noi (per la società) senza di noi.

* La violenza delle manifestazioni che si sono svolte in Grecia è sintomo di un gravissimo disagio sociale e di difficoltà apparentemente insuperabili per una grande fetta di popolazione. Perché condannarle? Solo per un motivo morale - la violenza è sempre sbagliata - o esiste un motivo politico? Quale?

Penso che la violenza in questa fase sia essenzialmente sovversione e serva a disorientare il ruolo che vorrebbe giocare spontaneamente e in modo decisivo la società. Io personalmente sono contro ogni forma di violenza e credo che nel lungo periodo la stessa si riveli come un metodo di repressione al servizio del sistema, e vada contro gli interessi della società nel suo insieme.

* Qual'è la Sua previsione per i prossimi mesi, da qui all'estate, per la situazione economica e sociale del paese? Esistono scadenze precise che scandiscono l'umore della piazza. La Grecia potrà reggere a nuovi disordini? E in tal caso, la repressione crescerà di conseguenza? 

Personalmente, mi aspetto un'esplosione delle contraddizioni nel mese di giugno. Mi riferisco alle misure economiche, già scritte, che dovranno essere adottate allora. Il popolo non ha dato "carta bianca" ai partiti per quanto riguarda il Memorandum. Ma dopo le elezioni, purtroppo, sembrerà che la colpa sarà dei partiti.

Ha un progetto economico e sociale per fare uscire il paese dalla crisi?  Perché ha votato no il 12 febbraio?

Voglio che la mia patria sia indipendente, dignitosa, orgogliosa, anche se povera.

Dimitris Stamatis
Deputato indipendente del distretto di Aitolaolarnanias

Nessun commento: