sabato 4 febbraio 2012

L'Articolo 18 sparirà presto


Monti a "Repubblica TV"

L'avevamo scritto su questo blog che il governo Monti aveva già toccato l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Ora lo ammette anche il presidente del Consiglio. Finalmente! Almeno le cose sono chiare.

Sul governativo "Repubblica" Monti ha parlato ieri, confrontandosi con le mail dei lettori del portale. Sulla questione della monotonia del posto fisso,  Monti ha detto: 

"Una frase come quella, presa fuori dal contesto, può prestarsi a un equivoco. Se intendiamo per 'fisso' un posto che ha una stabilità e tutele, certo è un valore positivo. La mia frase serviva a dire che i giovani devono abituarsi all'idea di non avere un posto fisso per tutta la vita, come capitava alla mia generazione o a quelle precedenti, un posto stabile presso un unico datore di lavoro o con la stessa sede per tutta la vita o quasi". Meglio invece "abituarsi a cambiare spesso luogo o tipo di lavoro e Paese. Questo - sottolinea - non è da guardare con spavento, come una cosa negativa. Gli italiani e i giovani hanno in genere troppa diffidenza verso la mobilità e il cambiamento". 

Pensando ai meno tutelati, ha proseguito l'uomo della Trilateral,  "Bisogna dare meno tutele a chi oggi ne ha troppe ed è quasi blindato nella sua cittadella, e darne di più a chi è in forme estreme di precariato o è fuori dal mercato del lavoro". 'Creare lavoro per i giovani è comunque l'obiettivo centrale di tutta la politica economica e sociale del governo, se ci si riesce e ci vorrà del tempo, ma questo non significa che i giovani debbano e possano avere quel lavoro per tutta la loro esistenza, il cambiamento è da guardare positivamente e non negativamente".

Sul sistema bancario italiano: "Più un sistema bancario si modernizza, più è capace di valutare il potenziale di reddito di un'azienda, di una famiglia o di un individuo. Più che guardare all'immobile a garanzia o al contratto di lavoro che dia continuità". "Per il singolo lavoratore - continua Monti -, se dimostra di aver avuto una serie di lavori e avendoli cambiati ha una prospettiva di mobilità, una capacità di reddito e di poter avere lavori, per avere prestiti allora non occorre più che il lavoro sia sempre presso quella azienda".

E veniamo all'articolo 18. Secondo Monti, "applicato così scoraggia investimenti". Nel senso che il capitale investe solo se è protetto da una legislazione adeguata, che gli permette di non dover mai fare fronte alle richieste sindacali, perché può liberamente licenziare? 
Credo di sì.
Comunque, Monti ha parlato chiaro: "Non so dire se entro la fine di marzo, che è la scadenza che ci siamo dati, sia essenziale la modifica dell'articolo 18 o no, perchè" la riforma del mercato del lavoro "è un mosaico fatto di tante tessere". E "ogni tessera del mosaico deve essere considerata". "L'articolo 18 è centrale nella discussione nel senso che è uno dei temi e poichè in passato per alcuni era la punta di una spada offensiva, mentre per altri era il centro dello scudo difensivo, sembrava una contrapposizione tra Oriazi e Curiazi". Mentre, "il nostro scopo è di passare dai simboli e miti alla realtà pratica e pragmatica."
Strano senso della storia di questo personaggio. Che comunque qualche tutela al mondo del lavoro la vuole lasciare; il modello? La Danimarca.

Lì, spiega, c'è "la tutela del singolo lavoratore" e ci sono anche "una serie di ammortizzatori sociali e reti di protezione per lui,  non per il posto". Soprattutto, "c'è la possibilità di riaddestramento professionale".

Proprio così, RIADDESTRAMENTO ha detto, come stesse al Circo. O fossimo dei cani.

La stessa Repubblica aveva fatto da battistrada ieri con un intervento dell'ineffabile Vittorio Zucconi da Washington, il quale affermava che in America non esiste il posto fisso, eppure il sistema funziona. Anzi, funziona bene.
Dimenticando di dire, però, che in America esiste un mercato del lavoro vero, che si può trovare un posto a qualsiasi età, che la meritocrazia è un po' più sviluppata che da noi, e che se non paghi le tasse ti fai il carcere. E ha anche dimenticato di aggiungere che ogni paese ha la sua storia. E la nostra è diversa. 

Comunque ci siamo. Questione di settimane, un paio di mesi, e l'articolo 18 salterà. 

















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