martedì 31 gennaio 2012

102 anni fa nasceva Giorgio Perlasca

Il busto di Perlasca a Budapest


Giorgio Perlasca nacque a Como il 31 gennaio 1910. Come tanti della sua generazione, da giovane aderì convinto al partito fascista e partecipò alla guerra di Abissinia e poi alla guerra civile spagnola dalla parte dei franchisti. Durante la seconda guerra mondiale lavorò per una ditta di import-export italiana prima in Jugoslavia, quindi a Budapest. L'8 settembre 1943 rimase fedele a casa Savoia e fu costretto a rifugiarsi nell'Ambasciata spagnola per non essere arrestato dai tedeschi. Qui ottenne un passaporto spagnolo con il nome di Jorje Perlasca e venne incaricato dall'ambasciatore spagnolo di cercare di salvar il maggior numero di ebrei dalla deportazione. Nel novembre 1944 la Spagna rifiutò di riconoscere il nuovo governo ungherese filonazista delle "croci frecciate" ma Perlasca decise di restare sotto la falsa identità, spacciandosi per sostituto del console appena partito. Da quel momento si occupò della sorte di migliaia di ebrei che nascose nell'ambasciata e in case sicure, lavorando assieme al diplomatico svedere Raoul Wallenberg e al nunzio apostolico monsignor Angelo Rotta. Tra il dicembre 1944 e il gennaio 1945 riuscì a procurare migliaia di finti salvacondotto che conferivano agli ebrei ungheresi la cittadinanza spagnola. Grazie alla sua opera, circa 5.200 ebrei vennero salvati da morte certa. Il suo caso rimase sconosciuto fino al 1987, quando fu rintracciato da alcuni ebrei ungheresi residenti ormai in Israele, che lo avevano sempre creduto cittadino spagnolo. Per questo il 23 settembre 1989 fu insignito del riconoscimento di Giusto tra le Nazioni e al museo Yad  Washem di Gerusalemme è stato piantato un albero in suo nome, che appare oggi anche in una lapide nel cortile della Sinagoga di Budapest. E' morto a Padova nel 1992. 








La stele dedicata a Perlasca a Gerusalemme

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