Scusate il ritardo. Pubblico il bel pezzo di Mauro Faroldi uscito anche questo sul Secolo XIX in occasione del quarto di finale tra Grecia e Germania
Ad Atene il clima non è certo quello dei campionati
europei del 2004, quando la nazionale greca fece il colpaccio e conquistò il
primo posto mentre l'economia tirava, pompata dalla preparazione dei Giochi
Olimpici, ma se la squadra supererà la Germania, tutti qui impazziranno,
scordandosi per un istante la crisi economica. La vittoria sarebbe
"politica", un riscatto dei diseredati. In ogni kafenío, a Pedíon tou
Áreos, il grande parco dove i pensionati all'ombra degli alberi giocano
interminabili partite a távli, il backgammon greco, al mercato centrale in Odòs
Athinàs, le discussioni non sono più solo sui prezzi che aumentano e sulla
disoccupazione, ma anche sulla punizione da dare alla Germania, che ha imposto
alla Grecia una durissima politica d'austerità. Se sali su un taxi, puoi sentire
il conducente lamentarsi contro la nuova occupazione tedesca, quella fatta attraverso
la "troika", gli inviati dall'UE dalla BCE e dal FMI, che hanno
commissariato la politica economica del paese. Certo, un'occupazione molto più
gentile di quella militare, ma non per questo meno umiliante. Questa sensazione
di vivere sotto occupazione accomuna la maggior parte dei greci, anche chi ha
votato per il nuovo primo ministro Antónis Samaràs, allineatissimo alle
direttive della BCE e ai consigli della signora Merkel. Il capitano della
squadra Karagoúnis ha segnato il gol contro la Russia ma stasera non giocherà
per somma di ammonizioni. Ha dichiarato che la sofferenza del popolo greco sarà
la forza motrice della squadra nazionale.
La partita la guardo in Platía Victoría, una zona
popolare non molto lontana da Piazza Omónia. I bar si affiancano, tavoli e
sedie arrivano quasi al centro della piazza dove piazza è stato montato anche
un grande schermo. Orde di ragazzini, anche figli di immigrati, girano sventolando
la bandiera nazionale già da ore. Fa molto caldo e i locali sono pieni,
fenomeno raro in quest'epoca. Mi siedo con un gruppo giovani; accanto ci sono
anche alcuni pensionati. L'entusiasmo è alle stelle; quando viene suonato
l'inno nazionale tedesco e vediamo la signora Merkel con la mano sul cuore, parte
una bordata di fischi ed epiteti dar far arrossire un camallo. Proprio accanto
a me un pensionato, Spíros, mi dice che lo sport è un’invenzione loro e che gli
"europei" anche questo devono alla Grecia. Quando scopre che sono
italiano, quasi mi abbraccia cercandomi di coinvolgermi in una specie di
alleanza antitedesca. La gente segue gemendo e soffrendo quando la squadra
tedesca si fa pericolosa. L'incontro sembra aver fatto risorgere un clima di
unità nazionale che sembrava impossibile in una paese dove la litigiosità
politica è una costante. Arriva il goal del pareggio la piazza trema, un boato
attraversa la città, Spíros a questo punto mi dice, se vinciamo dovranno
rimborsarci i costi dell'occupazione che non hanno mai pagato. Al secondo goal
della Germania la piazza si fa muta. Al telegiornale statale NET, era stato detto che per 90 minuti in Grecia
non esisteranno più né ricchi, né poveri. È vero, ma domani mattina Atene si
risveglierà ferita, con i suoi ricchi e i suoi poveri.
Mauro Faroldi
Nessun commento:
Posta un commento