martedì 26 giugno 2012

MAURO FAROLDI SU GERMANIA-GRECIA

Scusate il ritardo. Pubblico il bel pezzo di Mauro Faroldi uscito anche questo sul Secolo XIX in occasione del quarto di finale tra Grecia e Germania



Ad Atene il clima non è certo quello dei campionati europei del 2004, quando la nazionale greca fece il colpaccio e conquistò il primo posto mentre l'economia tirava, pompata dalla preparazione dei Giochi Olimpici, ma se la squadra supererà la Germania, tutti qui impazziranno, scordandosi per un istante la crisi economica. La vittoria sarebbe "politica", un riscatto dei diseredati. In ogni kafenío, a Pedíon tou Áreos, il grande parco dove i pensionati all'ombra degli alberi giocano interminabili partite a távli, il backgammon greco, al mercato centrale in Odòs Athinàs, le discussioni non sono più solo sui prezzi che aumentano e sulla disoccupazione, ma anche sulla punizione da dare alla Germania, che ha imposto alla Grecia una durissima politica d'austerità. Se sali su un taxi, puoi sentire il conducente lamentarsi contro la nuova occupazione tedesca, quella fatta attraverso la "troika", gli inviati dall'UE dalla BCE e dal FMI, che hanno commissariato la politica economica del paese. Certo, un'occupazione molto più gentile di quella militare, ma non per questo meno umiliante. Questa sensazione di vivere sotto occupazione accomuna la maggior parte dei greci, anche chi ha votato per il nuovo primo ministro Antónis Samaràs, allineatissimo alle direttive della BCE e ai consigli della signora Merkel. Il capitano della squadra Karagoúnis ha segnato il gol contro la Russia ma stasera non giocherà per somma di ammonizioni. Ha dichiarato che la sofferenza del popolo greco sarà la forza motrice della squadra nazionale.
La partita la guardo in Platía Victoría, una zona popolare non molto lontana da Piazza Omónia. I bar si affiancano, tavoli e sedie arrivano quasi al centro della piazza dove piazza è stato montato anche un grande schermo. Orde di ragazzini, anche figli di immigrati, girano sventolando la bandiera nazionale già da ore. Fa molto caldo e i locali sono pieni, fenomeno raro in quest'epoca. Mi siedo con un gruppo giovani; accanto ci sono anche alcuni pensionati. L'entusiasmo è alle stelle; quando viene suonato l'inno nazionale tedesco e vediamo la signora Merkel con la mano sul cuore, parte una bordata di fischi ed epiteti dar far arrossire un camallo. Proprio accanto a me un pensionato, Spíros, mi dice che lo sport è un’invenzione loro e che gli "europei" anche questo devono alla Grecia. Quando scopre che sono italiano, quasi mi abbraccia cercandomi di coinvolgermi in una specie di alleanza antitedesca. La gente segue gemendo e soffrendo quando la squadra tedesca si fa pericolosa. L'incontro sembra aver fatto risorgere un clima di unità nazionale che sembrava impossibile in una paese dove la litigiosità politica è una costante. Arriva il goal del pareggio la piazza trema, un boato attraversa la città, Spíros a questo punto mi dice, se vinciamo dovranno rimborsarci i costi dell'occupazione che non hanno mai pagato. Al secondo goal della Germania la piazza si fa muta. Al telegiornale statale NET, era  stato detto che per 90 minuti in Grecia non esisteranno più né ricchi, né poveri. È vero, ma domani mattina Atene si risveglierà ferita, con i suoi ricchi e i suoi poveri.

Mauro Faroldi

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