martedì 18 febbraio 2014

RIVOLUZIONE UCRAINA

In Ucraina si può parlare di rivoluzione. Come finisca nessuno può dirlo ma nel momento in cui sto scrivendo le forze in piazza sembrano avere il sopravvento rispetto alla polizia, a Kiev come in altre città. Non si tratta di guerra civile. Non ci sono, per ora, due gruppi di civili distinti in opposizione tra loro ma un'opposizione organizzata che si trova di fornte forze di polizia. Polizia che ha registrato morti (le armi non mancano in piazza, non sono mai mancate nell'ex Unione Sovietica ai civili) e che sembra questa notte non essere in grado di resistere. I poliziotti presi vengono "arrestati" dagli attivisti, portati fuori dalla piazza, dietro a un palco dal quale dirigono attraverso un grande impianto le operazioni. Mentre la piazza brucia si muovono le diplomazie europee che cercano di fermare l'escalation. L'esercito, per adesso, non è intervenuto, ma si trova in massima allerta. Ma usarlo può essere un rischio. Nessuno sa come potrebbero reagire i giovani soldati. Sul palco un pope recita una preghiera, poi viene intonato l'inno nazionale. In questo momento, ore 0,30 locali, si spara. Le bandiere ucraine non si abbassano, i dimostranti non indietreggiano. La piazza resiste. 

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