Il 16 febbraio 1943, dopo un attacco partigiano in Tessaglia contro il Regio Esercito, su ordine del comandante della divisione Pinerolo, il generale Cesare Benelli, che
controllava la zona, il tenete colonnello Antonio De Paula, comandante del II
gr. Lancieri «Milano», raggiunse Tyrnavos e Domeniko. Gli uomini furono divisi
da anziani, bambini e donne per essere interrogati. Sedici furono
immediatamente passati per le armi. Il villaggio di Domeniko fu raso al suolo
dall’aeronautica. 97 abitanti furono fucilati a Damasi, una radura non lontana
dal villaggio e nascosta dalla strada, dopo la mezzanotte del 17 febbraio. Si
salvarono in sei; uno riuscì a scappare, cinque furono solo feriti e la notte
si trascinarono fuori dal cumulo di cadaveri. Altri 41 persone furono fucilate
perché catturate nel tentativo di sfuggire all’accerchiamento.
Complessivamente, esclusi i partigiani, persero la vita 118 abitanti di Domeniko,
5 di Damasios e 12 di Mesochorio. Anziché rendersi conto della barbarie, il
generale Benelli, che aveva seguito le direttive della circolare di Carlo
Geloso del 3 febbraio, che stabiliva la responsabilità collettiva della
popolazione greca per le azioni partigiane, concluse la sua relazione
affermando che la distruzione del paese di Domeniko s’imponeva come «lezione
salutare a tutti gli abitanti della zona che hanno dato un fortissimo
contributo alle bande». A Domeniko, a dire di Benelli, trovavano rifugio noti
comandanti comunisti responsabili in passato di aggressioni di automezzi civili
nei pressi del paese. Il tenente colonnello De Paola veniva proposto per un
encomio solenne con la seguente motivazione: «Comandante di autocolonna,
incaricata di sbloccare un nostro reparto attaccato da forte banda armata e di
compiere un’azione di repressione, con calma, implacabile energia ed
intelligente azione di comando, assolveva perfettamente e completamente tutti i
compiti che gli erano stati affidati»[1].
Come si vedrà parlando dei crimini di guerra, il generale Benelli sarebbe stato
inserito nella lista dei militari ricercati dalla Commissione delle Nazioni
Unite insieme ad Antonio Festi[2]
per «mass murder and other crimes» commessi in Grecia e in particolare, «murder;
systematyc terrorism, execution of hostages; wanton devastation and destruction
of property; confiscation of property»[3]
[1] Comando della Divisione di Fanteria Pinerolo,
Ufficio del Capo di S.M., sez. Operazioni e Servizi al Comando del III Corpo
d’Armata, 23 febbraio 1943. Oggetto: Fatti d’arme di Domeniko, in Archivio
privato di Stathis Psomiadis, Larisa.
[3] United Nations War Crimes Commission, Secret,
List N. 43, October 1946, p. 167 in Archivio privato di Stathis Psomiadis.
Nessun commento:
Posta un commento