sabato 14 gennaio 2012

Moby Dick

Di fronte a Finikounda, alla fine del primo dito del Peloponneso, ci sono tre isole, Sapienza, Schizo e Venetiko. Sono vicine alla costa, tanto che un buon nuotatore le può raggiungere in qualche decina di minuti. Con il gommone è un attimo. Tra queste e la costa la profondità raggiunge i 50-60 metri. Era un passaggio obbligato per le navi, perché si passa dallo Ionio all'Egeo e si prosegue per l'oriente.
C'è una secca, tra Schizo e Venetiko. Se non la conosci, spacchi la chiglia della nave. Il fondale è pieno di reperti: anfore, colonne, capitelli, tesori che portavano le navi dall'Italia e la Spagna in oriente.
In media, ogni anno colava a picco una nave. Per l'incuria, l'incapacità, la non conoscenza.
Dubito si possa parlare, oggi, di naufragio a cinque metri dalla costa. Oppure, di errore umano. Non possono esistere scogli non segnalati. Anche un piccolo navigatore da diporto ha dentro mappe del mare di estrema precisione. E segnala costantemente la profondità.
Che poi, la Concordia, ricordi il Titanic...Sarebbe facile concludere che non siamo più un popolo di navigatori. Troppo facile, e non lo dirò. Sicuramente, non siamo più poeti.  

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