Kim il Sung, tra i leader più citati nel forum |
Si tratta di un forum di fascisti; sono gli stessi che animano il forum chiamato Russia Community. Ieri, 16 gennaio 2012, è stato bannato un certo Gorkij, dopo aver annunciato un'iniziativa antifascista. E' amministrato da una serie di persone che credono di essere la reincarnazione del marxismo leninismo e gli unici conservatori in Italia di quella tradizione politica. Entrando nel forum da visitatore si ha la possibilità di girarlo in modo completo. C'è una parte segreta, ma di questa si può fare a meno. Quella aperta al pubblico è in alcuni casi interessante, in quanto suddivisa in sezioni di discussioni. Alcune presentano riflessioni su casi storici (la figura di Gramsci, per esempio, Che Guevara), oppure forniscono link su argomenti inerenti il comunismo e l'Europa Orientale.
Altre sezioni sono meno importanti, come quelle riguardanti gli sport, sebbene un'idea del pubblico che frequenta il forum si può ricavare anche da queste.
I difetti, però, sono di gran lunga più forti delle cose positive. Innanzitutto, il forum non sembra gestito da veri marxisti leninisti già a un primo sguardo. Per esempio, per quanto riguarda le repressioni degli anni Trenta si legge che sì, in fondo ogni rivoluzione porta con sé una serie di eccessi e che qualche innocente può lasciarci la pelle. Non si tratta di terminologia marxista. Bastava dire, usando termini leninisti, che con la costruzione del socialismo in un solo paese la lotta di classe si inasprisce.
Per quanto riguarda Trockij, lo si accusa di essere stato un internazionalista senza compromessi, dimenticando il Comintern, la formazione stessa dell'Unione Sovietica, che fu il frutto dell'internazionalismo, e la politica delle nazionalità operata da Stalin. Del quale, gli amministratori del Forum, poco o nulla conoscono. Negano i crimini del suo regime, negano finanche Katyn, portando esempi di storici appunto negazionisti. Parlano per slogan, neanche sempre puntuali, e quando si tratta di analizzare lo stalinismo, che fu tante cose insieme, si arroccano su citazioni che nulla dicono della politica centrista e della tattica estremamente flessibile messa in atto dal dittatore georgiano. Non sanno niente del Gulag e ignorano che Roginskij, che citano in alcuni articoli di riporto, è nato in un lager sovietico. Nulla conoscono dell'importanza sociale che ebbe in Russia il mito della Grande Guerra Patriottica, della politica internazionale dell'Urss, ma neanche delle opere complete di Stalin, pubblicate in sette volumi, da sempre, di cui invece formulano una sospetta e quanto mai assolutamente lontana dal vero presenza tra le cose non tradotte o nascoste ai più. Nessuno di loro conosce il russo e dunque non ha libero accesso alle fonti.
La teoria del complotto, infatti, non li lascia quando si parla di editoria e archivi. Ignari che l'editoria funziona in quanto commercio e che i libri si pubblicano se hanno, a dire degli editori, una prospettiva di vendita, pensano a una spectre del capitale libraio che tutto controlla e tutto decide. Parlano di Mondadori come si trattasse di una organizzazione segreta e dimenticano che è la casa editrice di Mario Moretti, se mai sanno chi sia costui.
Parlano a vanvera di archivi, senza averci mai messo piede e senza neanche sapere di quali archivi si tratti. Se tutto è falso, sorgono spontanee due domande (domande imbarazzanti, perché non servono a nulla, ma tant'è): perché l'accesso agli archivi russi è spesso limitato e perché adesso, grazie al caso degli storici di Archangel'sk (http://primadellapioggia.blogspot.com/2012/02/aggiornamenti-da-archangelsk-per-il.html), di cui nulla sanno, gli archivi dell'MVD stanno chiudendo l'accesso agli studiosi in tutta la Russia? E gli archivi del Comintern, come ha scritto uno di loro, chi li avrebbe manomessi? Nulla di diverso dalla dietrologia piddiessina o dalle invenzioni di Libero e il Giornale.
Inoltre, confondono destra e sinistra, senza accorgersi che la destra e la sinistra nel movimento marxista leninista non sono fuori ma dentro di esso e spesso parlano di libri senza averli letti. Le uniche cose sensate sono citazioni di pezzi trovati su internet, a volte molto interessanti, ma mai pensiero originale.
Per finire, qualche parola su nikname e avatar degli amministratori. Uno di loro si chiama 1973, ma in numeri romani. Ora, come simbologia i numeri romani sono propri del fascismo. Sarebbe bello conoscere dallo stesso (non si tratta di una donna) il perché di questa scelta da un punto di vista m-l-s. Inoltre, è uno strenuo ammiratore di Robespierre (si veda il sito dei suoi amici http://www.robespierre.it/), che era un borghese e un massone, che si mise a capo di una rivoluzione borghese e che nulla aveva a che fare con il proletariato in quegli anni. Ad altri uomini della Rivoluzione Francese ci si dovrebbe riferire (Babeuf). Per Marx la prima rivoluzione proletaria fu la Comune di Parigi, ma non lo sanno.
Un altro amministratore ha come avatar un capo indiano e citazioni degli indiani d'America. Anche qui, ci troviamo di fronte alla cultura fascista. I figli di La Russa hanno nomi di capi indiani, e non è un caso. Da sempre, infatti, il sistema gerarchico della società degli indiani americani rappresenta un modello per i fascisti di ogni sorta. Il genocidio di cui sono stati oggetto da parte dei bianchi d'America costituisce un altro discorso. Qui si parla del loro modello di società e si tratta di un dato non confutabile che è stato preso come modello di riferimento nelle teorie neofasciste italiane.
Un terzo amministratore manifesta sconfinato amore nei confronti del Colonnello Geddhafi. Cosa c'entri il colonnello con il comunismo, o solo con il socialismo, resta un mistero. Amico di potenti come Putin e Berlusconi, uomo dei mille flirt con l'Occidente, golpista militare, in passato ha anche contrastato gli Stati Uniti. E dunque?
Una perla rara, poi, è la sezione dedicata al movimento degli skinhead. Che la sua origine sia stata sottoproletaria e progressiva e che ci siano gruppi di skin anarchici e di sinistra, non può comunque fare dimenticare che la testa rasata è divenuta simbolo in tutto il mondo di neonazismo, xenofobia e razzismo.
Aggiornamento del 27 aprile 2013. Dal sito del "Fatto Quotidiano", uno dei pochi giornali che ne ha parlato.
All’interno della sede della Comunità militante dei dodici raggi le telecamere non entrano. E’ stata ricavata un anno fa in un vecchio magazzino di Caidate, una frazione di Sumirago (Varese) e non le manca nulla. Il bar, l’angolo per la pratica delle arti marziali, i tavoli e persino una piccola biblioteca. E’ qui che si riuniscono i membri del Do.Ra., l’associazione vicina al movimento skinhead che sabato scorso ha organizzato il mega raduno che ha richiamato in provincia di Varese oltre quattrocento teste rasate da tutta Europa. Do.Ra oggi conta 170 frequentatori occasionali e una sessantina tra soci fondatori e soci attivi. Il presidente si chiama Alessandro Limido, 33 anni, orgogliosamente nazionalsocialista e una condanna in primo grado per associazione a delinquere finalizzata alla discriminazione razziale, etnica e religiosa. Lo abbiamo incontrato alla vigilia dell’anniversario della Liberazione. “Di solito non parliamo con i giornalisti e i poliziotti per evitare strumentalizzazioni, ma sull’evento del 20 aprile sono state dette molte cose false”.
Aggiornamento del 6 giugno 2013:
Parigi, ucciso da "skinhead" militante di sinistra
L'aggressione ieri pomeriggio in un mercatino privato. Il giovane aggredito dal gruppo di destra, sarebbe stato violentemente sbattuto al suolo. Dichiarata la morte cerebrale.
E comunque, un po' di libri sull'argomento http://primadellapioggia.blogspot.it/2013/09/bilbiotecamarconista.html
2 commenti:
E' stato inviato un bel commento. Era anonimo e non l'ho pubblicato. Ma sappia chi l'ha scritto che mi trova d'accordo
Ogni tanto arrivano commenti. Uno degli ultimi diceva tipo Heil Stalin [!] e poi una qualche roba sui trotskisti morti. Siamo davvero parecchio indietro se non si riesce a capire il facile. Stalin e lo stalinismo sono un fenomeno storico. Quella pratica politica, che tra l'altro riguarda ESCLUSIVAMENTE la realtà sovietica e non può essere esportata (così come non si esporta la democrazia, mi pare), è esclusivo oggetto di analisi storica. Sulla quale si dovrebbe discutere. Gli scintillanti di rosso, al contrario, sono certi che hanno ragione non solo e non tanto nell'analisi del pensiero di Stalin e di quella pratica politica, ma del fatto che tutto ciò sia attuale ed esportabile. Sulla storia dello stalinismo, tra l'altro, accanto ad analisi degne di nota, manifestano vuoti di memoria dovuti al loro atteggiamento dogmatico.
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