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martedì 23 aprile 2013

QUATTRO PICCOLI ACCADIMENTI




Oggi sono accaduti alcuni fatti che vale la pena riassumere.
All'Università di San Pietroburgo, facoltà di storia, ho tenuto una conferenza sulla situazione politica italiana. Spunti presi dal sito dell'Istituto Cattaneo. Poi un mare di domande, specialmente su Grillo e Napolitano.
Ne esco e mi avvio verso Memorial, che sta su una traversa del Nevskij. Comincia a tirare vento. Mi infilo un cappello che - lo so - mette in evidenza particolare il naso. I cappelli mi stanno male, è un fatto.
Dopo neanche cinque minuti: Ehi, tu!
Mi giro. Un poliziotto.
Parli russo?
Sì certo
Vieni qui
Vado
Hai un documento, qualcosa del genere.
Con lo sguardo basso e muto gli metto in mano il passaporto. Non se l'aspettava tanto che dice "E questo cos'...?" Passaporto italiano.
Me lo restituisce e mi saluta.
Mi ha fermato perché sembravo un caucasico. Visto che ero italiano, ha perso qualsiasi interesse verso di me.
Arrivo a Memorial e c'è Irina, la direttrice. Dopo tre giorni di Convegno possiamo finalmente parlare un po'. Le chiedo tra l'altro degli Urki e della storia della loro deportazione nel 1938 (vedi anche post precedente). Irina Flige è tra le maggiori specialiste al mondo di popoli deportati e repressioni durante lo stalinismo. Si interessa al caso. Perché non ne ha mai sentito parlare prima. Urki? Sono i criminali. Deportati nel 1938? Magari se erano Rom. Espulsi dal paese, allora, in quanto quella zona di Transnistria di cui parla Linin era Romania. Ma cerchiamo, controlliamo. Niente. Le mostro un paio di siti in Russo che raccontano la storia come viene fuori da "Educazione Siberiana". TUFTA', mi dice. Ossia: una cavolata.
Esco a mangiare qualcosa. Mi siedo vicino a un ragazzo sui trent'anni, forse meno. Guarda fuori dalla finestra. Inizio il panino e mi chiede se gliene lascio un pezzo. Ovviamente ho fatto quello che chiunque di noi avrebbe fatto. Soldi per un pasto completo. Poi ha cominciato a piovere.

San Pietroburgo, oggi, 23 aprile 2013.


























sabato 10 marzo 2012

Le forze della repressione

San Pietroburgo, 10 marzo. Una manifestazione che non si è svolta. La piazza della stazione circondata dalle forze di polizia, che attende le opposizioni per nuovi arresti. Stavolta gli Omon sono rimasti a regolare il traffico.


E allora, guerra!



La stazione della metropolitana "Ploscad' Vosstanija", di fronte al Moskovskoij Vokzal

Un autista in attesa di correre al commissariato di zona carico di manifestanti
Poliziotte in attesa





Mezzi di comunicazione
OMON all'uscita della metropolitana controllano i passanti


Questo mezzo della polizia pieno di telecamere è stato posto al centro della piazza. Registra ogni movimento


OMON lungo la Prospettiva Nevskij




Prospettiva Nevskij
Prospettiva Nevskij, in movimento verso la piazza





Prospettiva Nevskij





Prospettiva Nevskij, angolo Pushkinskaja





Di fronte alla stazione della metro "Majakovskaja"


Polizia stradale