giovedì 2 luglio 2015

I GIORNI DEL NO

La Grecia ha detto molti No nel corso della sua storia. No ai Persiani (certo, un'altro mondo), no ai Turchi, no agli Italiani. Ha sempre pagato un prezzo altissimo, perché la vita non perdona chi non subisce i rapporti di forza, chi non si piega e non rinuncia alla propria libertà di fronte a "generose offerte".
Oggi il dilemma è simile a quello del 1940, anche se storicamente ha un significato ancora più profondo. Allora, nel 1940, il NO della Grecia all'ultimatum di un membro dell'Asse, veniva dopo una serie di innumerevoli SI, che con la complicità delle Potenze europee occidentali avevano sconvolto la carta europea (diviso la Cecoslovacchia, ridotto la Boemia a un protettorato tedesco, l'Etiopia a una colonia italiana, l'Albania a un'appendice del nostro re, la Romania e l'Ungheria a pedine in mano di Berlino, messo in un angolo, isolata da tutti, l'Unione Sovietica, costretta a un accordo con il nazismo - accordo molto discutibile, certo - per non restare isolata). E quei SI avevano permesso, infine, alla Germania di conquistare l'Europa intera, con l'esclusione di Spagna e Portogallo, Italia (per modo di dire) e parte dell'Unione Sovietica (1941). Insomma, la Grecia fu l'unico paese ad andare in guerra sapendo di perdere, ma con la volontà di resistere. Pagò un prezzo altissimo, ma ancora oggi può scrivere che l'unico alto prelato europeo che protestò ufficialmente con i tedeschi per la deportazione degli ebrei, fu l'Arcivescovo di Atene (per esempio). E l'unica isola europea occupata da cui non fu deportato un solo ebreo, perché tutti vennero nascosti in montagna, fu, sempre per esempio, Zacinto. 
Ebbene, oggi il NO dei greci è un sacrificio immane, che pagherebbero per i popoli europei ancora una volta. Le conseguenze non saranno deportazioni o bombardamenti, magari neanche la fame, ma probabilmente una depressione economica ancora più forte di quella di oggi. Un sacrificio, però, che significherebbe politicamente la più grande vittoria no global del nostro tempo, una Genova vendicata, un NO alla politica finanziaria delle multinazionali, allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo nelle condizioni di questo mercato, ai diktat dei tecnocrati europei, alla crescita ineguale e alla mancanza di solidarietà tra i paesi. Un NO a tutto questo sarebbe un SI alla vita, a una vita sconosciuta, per ora, ma diversa da questa, a una eco-nomia più vicina all'uomo, una bio-nomia, un SI per tutti quelli che si sono ritirati nel privato aspettando GODOT. Ebbene, GODOT è finalmente arrivato e si chiama OXI.








Nessun commento: