La
delegazione italiana. Così ci chiamano a Mosca. Siamo qui per una
settimana di aggiornamento. In verità nessuno degli altri colleghi
parla russo, ma questo è in fondo assai relativo, l'importante è
osservare il metodo di insegnamento. E tutti ne restano molto
colpiti. Come sono colpiti dagli strumenti a disposizione in ogni
aula (computer, stampante, scanner e lim, l'aula è del docente,
i ragazzi si spostano) e soprattutto il livello di preparazione degli
allievi. In tutte
le scuole visitate (cinque, una al giorno), di ogni grado. Per me non
c'è nulla di nuovo, ma comprendo lo stupore dei miei colleghi e in
ogni caso vedere l'insegnante russo all'opera impressiona anche me.
45 minuti di lezione (ritmi intensissimi) e 15 di pausa (con evidente
valore pedagogico; ve lo ricordate il recupero frazioni orarie? Ore
da 50 per problemi di trasporto, e per farci stare tutte le materie
senza sforare dalle 13:00, ma dato che sei pagato per 60, quei 10
minuti li devi recuperare, così sommati, passavi pomeriggi interi in
più a scuola). Al pomeriggio ci sono lezioni facoltative soprattutto
di lingue straniere, alle quali praticamente tutti gli studenti
partecipano. Ore pagate dallo Stato. Che dà anche incentivi
pecuniari. Ma non voglio soffermarmi su aspetti troppo tecnici, che
per altro si ritrovano anche in altri Paesi, né fare paragoni col
nostro sistema, sarebbe assurdo tanto sono distanti. Voglio
sottolineare solo due cose che hanno colpito la mia attenzione e che
mi fanno riflettere. La prima domanda comune ai colleghi: in tutte le
classi gli allievi sono perfettamente disciplinati, sempre attenti e
nessuno si è mai permesso di avere un atteggiamento non consono. Ma
che i ragazzi russi sono speciali? Sono tutti santi? Sono sotto
ipnosi? Sono così perché ci siamo noi? Non hanno anche loro casi di
allievi indisciplinati? Li hanno, li hanno, così come hanno i
genitori che difendono a spada tratta i propri figli. Ma il corpo
docente è compatto nell'azione educativa, sostenuti in
primis dal direttore della scuola (ancora me le ricordo le romanzine
del dirigente che neanche tanto velatamente intendevano che non si
può bocciare, altrimenti abbiamo i genitori contro e oltretutto non
si forma la classe perché non c'è il numero), scuola al cui
interno c'è permanentemente la figura dello psicologo che lavora
tanto coi docenti quanto con gli allievi... di quali classi? Fin
dalla primaria. Sottolineo: primaria. C'è una grandissima attenzione
per questa età. I problemi di disciplina, di comprensione
dell'importanza dello studio, dell'orgoglio che può derivare dal
sapere, del rispetto per la figura dell'adulto, per il materiale
della scuola, … vengono affrontati fin da piccoli. Dai bambini si
pretende. Con dolcezza, con fermezza, ma si pretende: i bambini
vanno educati. Dal corpo docenti compatto.
Il
secondo punto: la chiamata nelle scuole è diretta, il direttore
sceglie l'insegnante, non esistono graduatorie. Il mio dirigente e il
rappresentante del console italiano a Mosca designato al settore
scuola sono in visibilio. Come immagino molti altri presidi. Vige la
legge del più bravo. Abbasso i sindacati che intralciano (“e
questo è un problema che andrà affrontato”, sic), finalmente
avere le mani più libere per poter agire. Così la pensano. Se da un
lato posso capirlo a pensare a quanti fanno i furbi, presentando
certificati falsi firmati da medici compiacenti e molto altro,
dall'altro penso che i dirigenti trascurino che i docenti russi sono
seguiti costantemente nella formazione, non sono sbattuti in aula e
mo' t'arrangi, trascurino che i direttori hanno competenze (termine
tanto di moda) pedagogiche e didattiche e che ogni cinque anni devono
sostenere un esame (i docenti ogni tre), trascurino che per i
colleghi russi la scuola è un orgoglio non solo nell'esibire la
strumentazione in dotazione, ma nelle effettive capacità che gli
allievi dimostrano, trascurino o facciano finta di non capire molto
altro. A me alcune domande sono sorte, ma la tavola rotonda con tutti
i rappresentanti non è certo il luogo per porle. Aspetto. Mentre il
pulmino ci porta al prossimo impegno, chiacchiero con una docente
russa. Le chiedo: ma da voi non ci sono casi di mobbing? Risponde:
nella scuola c'è molta competizione e anche molta corruzione, spesso
entra chi deve entrare, l'amica, la parente, certo ci sono molti casi
di mobbing, ma il sindacato è abbastanza forte. Ecco, direi che, una
volta risolto il problema del sindacato, il sistema della chiamata
diretta, ché solo questo aspetto prenderebbero, si addice
perfettamente al nostro paese.
Detto
tutto ciò, dirò anche che è molto “comodo” farci visitare le
scuole migliori della città (sono 400 su più di 2000), quelle a cui
il governo dà molti incentivi in virtù degli standard raggiunti. Mi
piacerebbe molto visitare anche scuole fuori dal range, se non altro
per avere un quadro più completo di quella che è effettivamente la
realtà. Realtà moscovita, s'intende. Il Paese è immenso e
complesso.
2 commenti:
Io ho lavorato, come sai, in una scuola russa. Era il 1994-95, d'accordo. Sono passati 20 anni. Allora la realtà era molto complessa e faticosa, specialmente all'interno del corpo docente.
Lo so, ed è proprio la sensazione che si respira. A questo si aggiunge, forse, quanto ho scritto nelle ultime righe. Del resto ci si dovrebbe lavorare dentro, su questo sono d'accordo. Sarebbe l'unico modo per capire ciò che non ci dicono. Agli ospiti fanno vedere una parte e il tempo per un confronto a tu per tu non ci è stato dato, è un caso che sia riuscita a scambiare due parole in pulmino.
Anna
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