Da corriere.it. Sul prossimo post la storia. E il perché della Spagna
MILANO - Venti di tempesta sul mondo dell'editoria. L'amministratore delegato di Rcs (società editrice del Corriere della Sera) Pietro Scott Jovane ha annunciato al Cae (Comitato aziendale europeo, l'organismo che racchiude tra l'altro le rappresentanze sindacali delle varie testate europee) 800 esuberi, di cui 640 in Italia, tra personale giornalistico e non. Il gruppo intende vendere o chiudere 10 testate di Rcs Periodici e spostare in via Rizzoli le sedi del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport.
CESSIONI - Verranno messe in vendita 10 testate periodiche. Si tratta di A, Brava Casa, Astra, Max, Ok Salute, l'Europeo, Visto, Novella 2000, Yacht&Sail e del polo dell'enigmistica. «Se non riusciranno a venderle, saranno chiuse» spiega una fonte. Il piano prevede inoltre la valorizzazione (vale a dire la vendita) delle sedi del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, situate nel centro di Milano, con il successivo trasferimento delle redazioni in via Rizzoli, a Crescenzago. A fronte dei sacrifici richiesti, il presidente Angelo Provasoli, l'amministratore delegato e i suoi collaboratori hanno annunciato che si ridurranno lo stipendio del 10%. (pensa!!!!)
CAE - Il Comitato aziendale europeo di Rcs Mediagroup esprime in una nota «grande preoccupazione di fronte alle ipotesi contenute nel piano triennale presentato oggi dall'amministratore delegato Pietro Scott Jovane». «Si tratta - afferma il Cae - di un piano che prevede un drastico ridimensionamento degli organici e del costo del lavoro in Italia come in Spagna e un allarmante sacrificio di asset, testate e patrimonio storico del gruppo, a fronte di prospettive di sviluppo molto accelerato sulle iniziative digitali e sull'integrazione tra piattaforme tradizionali e innovative di informazione». I rappresentanti sindacali dei dipendenti Rcs sottolineano come «aspetti di forte criticità» il fatto che i tagli prospettati, pari a 800 lavoratori, di cui 640 in Italia e 160 in Spagna, vanno a sommarsi ai pesanti interventi già attuati negli anni passati, soprattutto in Spagna, dove solo nel 2012 si sono persi circa 350 posti di lavoro, con un evidente pericolo per il mantenimento della qualità dell'offerta editoriale oltre che un ulteriore aggravio dei carichi di lavoro. Il piano si regge su un equilibrio finanziario ancora soggetto a numerose incognite - afferma poi il Cae -, poichè si basa anche su un aumento di capitale da parte degli azionisti non definito negli importi, nelle modalità e nelle finalità. Le prospettive di sviluppo del fatturato di gruppo - viene poi spiegato -, affidate in larghissima parte alle attività collegate al digitale, sono tutte da verificare nella loro realizzazione concreta, e ancora indeterminati sono gli ambiti di intervento degli investimenti industriali previsti. Il Cae - conclude l'organismo - apprezza comunque il metodo di trasparenza nella comunicazione da parte dei vertici di gruppo, che precede e prelude all'avvio di tavoli di negoziazione, e l'apertura verso un obiettivo di ricerca di soluzioni di gestione condivise tra azienda e organismi sindacali».
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