martedì 13 gennaio 2015

AMNESIE UNIVERSITARIE

Oggi "la Stampa" ha intervistato Andrea Lenzi, presidente del
Cun, il Consiglio universitario
nazionale e docente di endocrinologia
alla Sapienza,sui concorsi universitari: 

Lenzi ha una lunga
esperienza di concorsi con
vecchio e nuovo sistema: «Non
tutti gli abilitati devono poter
partecipare a tutti i concorsi altrimenti
ci si troverebbedi fronte
a procedure infinite e i concorsi
diventerebbero ingestibili.Èpossibile,
quindi, che l’ateneo costruisca
un profilo concorsuale che si
adatti il più possibile al tipo di
professionalità che cerca. E poi
bisogna tener presente che in
Italiamanca la possibilità di avere
agevolazioni per la logistica.
Lo stipendio da associato è lo
stesso che si insegni a Milano, a
Palermo o a Cagliari: è difficile
che ci si trasferisca da un’università
all’altra senonsihannomotivi
personali per farlo». E più facile

che i candidati siano unici.

Nel 2009 lo stesso giornale pubblicava il seguente articolo sul concorso della figlia, ricercatrice senza dottorato di ricerca. Attenti alle connessioni e ai rapporti tra le persone. 
La figlia del presidente del Consiglio Universitario Nazionale si aggiudica la selezione per ricercatrice in Storia dell'Europa orientale 

Si chiama Francesca Romana Lenzi, ha 25 anni ed un padre che di mestiere fa il medico universitario e il presidente del Cun, il Consiglio Universitario nazionale, l’organo che va al ministero dell’Istruzione a parlare di riforme e che bacchetta professori e ricercatori quando qualcosa non va.

Quest’autunno Francesca Romana ha partecipato a un concorso, come ha raccontato ieri Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera: si cercava il candidato giusto per un posto da ricercatore in «Storia dell’Europa Orientale» all’Università degli Studi Europea di Roma, un piccolo ateneo voluto dai Legionari di Cristo.

Il concorso prevedeva due prove scritte da correggere secondo le regole delle selezioni pubbliche, una prova orale e una valutazione dei titoli e delle pubblicazioni attraverso giudizi individuali dei commissari.

Al concorso si iscrivono in tre ma alle prove si presenta solo lei, Francesca Romana Lenzi. Gli altri si sono ritirati, come se avessero fiutato di non avere speranze. D’altra parte il profilo della persona che si va cercando è piuttosto preciso e Francesca sembra avere davvero tutte le caratteristiche.

Sta frequentando il dottorato in «Storia dell’Europa» a La Sapienza e coordinatore di un dottorato sulla «Storia dell’Europa» a La Sapienza è il professore Antonello Biagini, lo stesso che presiede la commissione del concorso che Francesca Romana Lenzi supererà come unica candidata. Ha un solido impegno come volontaria in Romania e in Perù con la Lega Missionaria Studenti, un movimento giovanile legato ai Gesuiti. E vanta stage in Cile e al ministero degli Esteri.

E quindi il concorso lo supera. Da sola: tre voti favorevoli su tre commissari. Al telefono quando le si chiede un commento, una spiegazione, si tira indietro: «Non posso parlare». Tocca al padre, Andrea Lenzi, chiarire, proprio a lui che ha presentato al ministero dell’Istruzione pochi giorni fa la prima proposta del Cun sui criteri di valutazione degli atenei e dei loro docenti. Criteri che debbono essere rigorosi e trasparenti.

E il concorso vinto da sola dalla figlia è rigoroso e trasparente? «Solo chi non conosce il sistema universitario può stupirsi: la gran parte dei concorsi si svolge con un unico candidato». Gli altri due non si sono presentati perché sapevano di non potercela fare. «Sì, accade sempre così. Chi non supera il concorso rischia di rovinarsi il curriculum per cui si preferisce non presentarsi». Li si definisce concorsi tagliati su misura di un solo candidato. «Non in questo caso, e comunque invito chiunque a trovare un illecito nella selezione dell’Università degli Studi Europea».

Illeciti non ce ne sono, ma è vero che il presidente della commissione, Antonello Biagini, è anche il marito di una collega del padre di Francesca? «E’ vero - risponde Andrea Lenzi - ma sa quante persone conosco nel mondo dell’università? E sa in quanti mi hanno chiamato oggi per esprimermi solidarietà? A mia figlia è capitata l’occasione di presentarsi a un concorso ed ha un curriculum molto superiore ai parametri minimi, meritava di vincere».
Forse se non avesse avuto un padre presidente del Cun avrebbe vinto nello stesso modo, e senza tutto questo clamore. «Stamattina a mia figlia ho detto: ‘Sono onorato di essere tuo padre. Mi dispiace che per colpa mia tu debba subire questo linciaggio morale’. Nel mondo universitario se qualcuno alza un po’ la testa finisce sempre per prendere una randellata. Mi hanno fatto un piccolo dispetto, ma se questo è il prezzo da pagare per risollevare le università dal baratro in cui sono cadute come io sto facendo, è un prezzo che pago volentieri». 

CIARLATANO

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