Una breve biografia di Teresa Mattei (Genova, 1º febbraio 1921 – Usigliano, 12 marzo 2013), la più giovane deputata dell'Assemblea Costituente, che suggerì a Longo la mimosa come il fiore simbolo della giornata internazionale della donna.
Combattente
nella formazione garibaldina Fronte della
Gioventù (con la qualifica di Comandante di
Compagnia), fu anche la più giovane eletta all'Assemblea
Costituente, dove assunse l'incarico di segretaria nell'Ufficio di
Presidenza dell'Assemblea Costituente. Dirigente nazionale dell'Unione Donne
Italiane, è stata l'inventrice dell'uso della mimosa per l'otto marzo: Luigi Longo le chiese se
sarebbe stato opportuno scegliere le violette, come in Francia, per celebrare
quel giorno; Teresa Mattei gli suggerì la mimosa, un fiore più povero e diffuso
nelle campagne.
Nasce
a Genova nel 1921 e trascorre l'infanzia tra Milano e Varese, Nel 1933 il padre
Ugo, fiero antifascista, trasferisce la famiglia a Bagno a Ripoli (FI). Nel
1938, in seconda liceo viene espulsa da tutte le scuole del Regno perché
contesta le lezioni in difesa della razza. Prende la maturità come privatista
lo stesso anno e si iscrive a Lettere e Filosofia. Il 10 giugno 1940, in
occasione della proclamazione di guerra, organizza la prima manifestazione in
Italia contro la guerra, in Piazza San Marco a Firenze. Iscritta al Partito
Comunista d'Italia nel 1942,
si laurea in Filosofia presso l'Università di
Firenze nel 1944.
Nello stesso anno, il fratello Gianfranco Mattei,[3] docente ordinario di chimica al
Politecnico
di Milano, iscritto dal 1942 al Partito Comunista e responsabile
della produzione dell'esplosivo dei GAP
di Roma, dopo la cattura per
una delazione, si toglie la vita nella cella di Via Tasso, a Roma, per non
cedere alle torture inflittegli e non rischiare, quindi, di rivelare i nomi dei
compagni.
Teresa
Mattei partecipa attivamente alla lotta di Liberazione
con il nome di battaglia di Chicchi, soprattutto nelle cellule comuniste che operano nella
città di Firenze. Inizialmente come staffetta poi fonda i Gruppi di
difesa della donna di Firenze, e finisce la guerra di Liberazione
con il grado di Comandante di Compagnia. A lei ed al suo gruppo combattente si
è ispirato Roberto
Rossellini per l'episodio di Firenze del film Paisà.
Durante
gli anni della Resistenza conosce Bruno Sanguinetti, di
origine ebraica, figlio di un magnate dell'industria alimentare, comandante del
Fronte della
gioventù (giovani del Partito Comunista clandestino) con il quale
organizza l'uccisione di
Giovanni Gentile:
« Per fare
in modo che i gappisti incaricati dell'agguato potessero riconoscerlo, alcuni
giorni prima li accompagnai presso l'Accademia
d'Italia della Rsi, che lui dirigeva. Mentre usciva lo indicai ai
partigiani, poi lui mi scorse e mi salutò. »
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(Teresa
Mattei)
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La
Repubblica
Nel
1946, eletta nelle liste
del PCI
alla Assemblea
Costituente, nel collegio di Firenze e Pistoia, è la più giovane
deputata al Parlamento. Nel 1947
fonda, insieme alla democristiana Maria Federici, l'Ente per
la Tutela morale del Fanciullo. Interviene nei lavori della Assemblea
costituente e riesce a far introdurre nell'art. 3,2° comma l'espressione di
fatto: "E`
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,
che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini....". Ancora alla
Costituente diventa la prima rappresentante delle Ragazze madri e nel 1948 si
sposò a Budapest con Bruno
Sanguinetti.
Nel
1950 nasce la sua seconda figlia Antonella e muore improvvisamente il marito
Bruno Sanguinetti. Vive a Milano e si occupa della Casa della Cultura con Rossana Rossanda. Nel 1955 torna a Firenze con
il suo secondo marito Iacopo Muzio dirigente del PCI e nasce il loro figlio
Gabriele. Lo stesso anno rifiuta la candidatura alle elezioni per la Camera dei
deputati e venne espulsa dal PCI per il dissenso maturato nei confronti della
politica stalinista di Togliatti e di gran parte del gruppo dirigente del PCI.
Teresa
Mattei nel 1958 torna a Milano dove nasce il suo ultimo figlio Rocco, e
prosegue la sua lotta in favore dei diritti delle donne e dei minori. In
dissenso verso la conduzione della azione dei partiti politici in Italia, si è
impegnata nel lavoro della comunicazione da aprire a tutti quelli che non hanno
diritto di parola, proprio ad incominciare dai bambini. Negli anni sessanta
fonda a Milano, un Centro Studi per la progettazione di nuovi servizi e
prodotti per l'infanzia.
Sempre
negli anni sessanta inizia ad occuparsi di ricerca cinematografica insieme a Marcello
Piccardo e Bruno Munari.
Dall'unione della sua grande passione per il cinema e della sua lotta per i
diritti dell'infanzia, nasce la Cooperativa
di Monte Olimpino, di cui diviene Presidente. La Cooperativa
promuove il cinema fatto dai bambini come nuova forma di comunicazione e di
espressione della loro creatività. Vengono prodotti molti film realizzati
interamente dai bambini come attività didattica. Nel 1968 i Film dei bambini
sono presentati alla Mostra internazionale del Cinema di Venezia.
Torna
a vivere in Toscana, a Pisa ed è a fianco dei figli Gabriele e Rocco in tutte
le lotte politiche e sociali di quegli anni. Nel 1987 fonda a Ponsacco (PI) La
"Lega per il diritto dei bambini alla comunicazione" con la parola
d'ordine “Chiedo ascolto” conducendo grandi campagne in favore dei bambini,
contro l'eccessivo uso della televisione e per fondare una cultura di Pace che
parta proprio dai più piccoli. Essi hanno inventato la “Treccia della Pace” che
vuole unire i bambini di tutto il mondo in un attivo lavoro per affermare di
una nuova cultura di Pace.
Nel
1992 a seguito del terribile assedio di Sarajevo la Lega per il diritto dei
bambini alla comunicazione, durante i funerali di padre Ernesto Balducci a
Santa Fiora, lancia la grande campagna internazionale per l'attribuzione del
Premio Nobel per la Pace ai bambini di Sarajevo, in Italia raccoglie più di
100.000 firme di minori inoltrate al Comitato di Oslo.
Nel
1993 lancia la raccolta di firme, “L'obbedienza non è più una virtù” con una cartolina
petizione al Presidente Scalfaro per chiedere un nuovo processo al criminale
nazista Eric Priebke responsabile della strage delle fosse Ardeatine ma anche
della morte di decine di Patrioti appartenenti alla Resistenza nel carcere di
via Tasso a Roma. Sarà testimone come sorella di Gianfranco Mattei,
orribilmente torturato, e si ottenne la giusta condanna all'ergastolo del
criminale Priebke
Nel
1994 in occasione del centenario dell'invenzione della radio lancia, con suo
figlio e collaboratore Rocco Muzio il progetto Radio Bambina che diretto da
Rocco Muzio vedrà la produzione e messa in onda su emittenti locali, di un
palinsesto realizzato con i bambini e ragazzi della Provincia di Pisa e Firenze
fino all'anno 2000.
Nel
2001 è a Genova contro il G8 con i suoi figli, partecipa attivamente a tutti i
dibattiti ed è inorridita dalle criminali violazioni della Costituzione di cui
sono protagonisti il governo italiano e tutti i suoi rappresentanti. Negli anni
successivi è a fianco delle vittime di quelle giornate per ristabilire i
diritti e la giustizia.
Teresa
Mattei continua la lunga battaglia che ha accompagnato la sua vita in difesa
della Costituzione e dei nuovi tentativi di modificarla e renderla inefficace.
Nel
2004 insieme al figlio Rocco partecipa con i ragazzi delle scuole della
Provincia di Pisa al Pellegrinaggio dell'ANED ai Campi di sterminio in Germania
e pronuncia un importante discorso a più di 200.000 ragazzi di tutta Europa a
Mauthausen.
La
battaglia per il referendum contro le modifiche alla Costituzione la vede
protagonista con il Presidente Oscar Luigi Scalfaro insieme al figlio Rocco di
centinaia di incontri e dibattiti in tutta Italia che porteranno alla vittoria
nel referendum del 2006 e ad affossare l'ennesimo tentativo fascista di
vanificare il risultato della Resistenza e della Liberazione del nostro Paese.
Nel
2006 durante la battaglia per il referendum costituzionale pronuncia queste
parole davanti agli studenti del suo antico Liceo Michelangelo a Firenze:
"Nell'articolo 1 della Costituzione si dice: "la sovranità appartiene
al popolo", ed è questa la cosa più importante che noi dobbiamo difendere.
La sovranità è nelle mani nostre, nelle mani del popolo e paritariamente in quelle
di ogni cittadino; con questo la Repubblica ci ha fatto diventare cittadini e
non sudditi. Il più grande monumento, il maggiore, il più straordinario che si
è costruito in Italia, alla libertà, alla giustizia, alla Resistenza,
all'antifascismo, al pacifismo è la nostra Costituzione."
Negli
ultimi anni della sua vita, pur minata nella forza fisica è sempre
eccezionalmente lucida e curiosa della situazione del nostro Paese. Ancora nel
2011 propone un importante appello alla Resistenza il 25 aprile per
l'appuntamento dei compagni in piazza Santo Spirito a Firenze.
La
trasmissione della memoria alle nuove generazioni è stata la battaglia che ha
segnato buona parte della sua esistenza. Memoria attiva, che guarda al futuro.
Un importante saluto è rivolto ai giovani dell’ARCI di Mesagne (Brindisi):
“Siete la nostra speranza, il nostro futuro. Custodite gelosamente la
Costituzione. Abbiamo bisogno di voi in modo incredibile. Cercate di fare voi
quello che noi non siamo riusciti a fare: un’Italia veramente fondata sulla
giustizia e sulla libertà”.
È scomparsa nel 2013 all'età di
92 anni; all'epoca del decesso era l'ultima donna vivente fra i partecipanti
all'Assemblea Costituente.
1 commento:
Che esempio di cittadinanza attiva! peccato che si stia tentando di vanificare i sacrifici di persone come Teresa Mattei
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