Aldo Capitini e Guido Calogero:
una lunga amicizia per un'Italia civile |
4 Gennaio 1952
Caro Aldo,
[…]
se tu vuoi vincere un concorso universitario, e non vuoi vivere come vissero Leopardi e Mascagni e Kierkegaard e gli altri che tu citi, i quali professori universitari non diventarono e molto probabilmente sarebbero stati bocciati se si fossero presentati a concorsi (ricordati che Freud, il quale è stato senza dubbio uno dei creatori del mondo contemporaneo, non ha mai potuto essere altro che un libero docente), bisogna che stia al giuoco, e scriva anche alcune di quelle cose sufficientemente mediocri e tecnicamente dotte, che piaceranno ai mediocri, e tecnicamente più o meno dotti, che ti dovranno giudicare. E se questo ti pare troppo mediocre, allora non hai che da rinunciare a questa prospettiva. Ma, se non vi rinunci, allora devi dar ragione a Machiavelli, e ammettere che volere certi fini significa anche volere certi mezzi.
Personalmente, poi, io ritengo affatto che questi mezzi siano meno che onorevoli anche dal punto di vista intellettuale. Se tu scrivi un libro tecnico, preciso e ben informato, su quanto in altri paesi si è fatto per l'educazione adulta, e su quanto si potrebbe fare in Italia, fai qualche cosa che sarà utile a tutti, e che potrà dare, inoltre, la precisa misura che quanto tu dici in sede generalmente tecnica non è soltanto una professione di fede, o un'argomentazione, ma anche qualcosa che ha riflesso nella precisa azione didattica e civile. Credo di non dirti niente che ti faccia dispiacere se ti aggiungo che ritengo che questo sarebbe salutato con gioia anche da tutti quei tuoi amici che restano spesso preoccupati di fronte al carattere un po' troppo esclusivamente profetico-poetico di talune tue pagine (quando poi tu, quando vuoi, sai stare così bene anche coi piedi sulla terra).
[…]
Intanto i più affettuosi auguri per il prossimo anno dal tuo
Guido Calogero
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