mercoledì 22 gennaio 2025

Libertà da Orenburg al Kazakhstan


 



Roma, inizio gennaio 2025. Ricevo una telefonata da Evgenija Kulakova, che conosco da tanti anni. Abbiamo lavorato insieme dentro Memorial, collaborato, condiviso. Per anni. Mi dice che Vitja, suo marito, finalmente sta per essere rilasciato e che non sanno dove andranno a vivere. Probabilmente si recheranno in Kazakhstan, dice, dove Vitja è nato e dove vive la madre. E così è andata, per adesso. 
    Orenburg, 22 gennaio 2025. Viktor Filinkov è libero. Era stato arrestato sette anni fa con l'accusa di terrorismo. Sarebbe stato uno dei componenti li gruppo "Set'" [Network o rete] e avrebbe addirittura avuto in mente di far saltare in aria l'edificio che sulla piazza Rossa ancora oggi ospita le spoglie di Lenin. Il mausoleo, che prima del 1991 era tappa forzata di ogni turista occidentale e che dopo tale data è diventato un luogo di ritrovo per nostalgici, ma sempre turisti. Non solo. Vitja e gli altri membri di Set', in tutto una decina di ragazzi sui vent'anni, avrebbero potuto/voluto sovvertire l'ordine costituzionale [!] russo. Perché un certo ordine, in effetti, esiste. Lo vedremo. In tutto per l'affare Set' sono stati condannati dieci ragazzi, gente di sinistra, anarchici, antifascisti. Compagni, insomma. Viktor, come gli altri, negò l'esistenza stessa di questa organizzazione e fu il primo a parlare pubblicamente di tortura subita subito dopo l'arresto. Per le violenze subite inizialmente riconobbe le accuse, ma pochi giorni dopo ritrattò e denunciò i suoi accusatori. 
    Il processo si svolse a San Pietroburgo e in questa città Vitja conobbe Evgenija, militante in difesa dei diritti umani, che divenne sua difensora civica. La madre, Natalija, che come oggi viveva in Kazakhstan, aveva molta difficoltà raggiungere la seconda città russa. 
    Dopo la condanna a sette anni di lavori forzati Vitja è stato trasferito a Orenburg in una colonia penale. Ogni due mesi Evgenija lo è andato a trovare. Nel corso della prigionia ha subito percosse e centinaia di giorni di isolamento e di cella di punizione. Una volta anche per aver sorriso mentre cuciva un vestito durante le le ore di lavoro (Vitja ha fatto il sarto in cattività). Dei 40 ricorsi per maltrattamenti, 20 sono stati vinti e il giudice gli ha riconosciuto 200mila rubli.
    Nel 2023 Vitja e Evgenija si sono sposati in carcere. Appena libero, Vitja è stato accompagnato al confine con il Kazakhstan. Da lì i due ripartiranno per costruire la loro vita in libertà. 
    Proprio il Kazakhstan sta diventando in questi anni di guerra uno dei luoghi in cui trovano più facilmente ricovero persone che non condividono la politica del Cremlino, ma che non vogliono lasciare del tutto l'areale russo per l'Europa occidentale.