giovedì 15 novembre 2012

MALEDETTI DIFENSORI DEI PARASSITI




La repressione contro chi perde il lavoro, chi resta disoccupato, chi perde la casa e i diritti di cittadinanza, perché questo sta avvenendo attraverso la reazione economica in atto, una crisi del capitalismo che salva il capitale e condanna il produttore; chi colpisce in una strada la protesta per il diritto di cittadinanza, chi alza il manganello, spara il lacrimogeno, arresta, colpisce a freddo, intimidisce e sopprime chi perde ogni giorno spazio nella società è un nemico di classe e non ha giustificazioni. In determinati momenti storici non esiste un "dovere" superiore a quello di difendere la classe di
appartenenza. Il decreto Fornero ha praticamente soppresso l'articolo 18. Le aziende possono licenziare, e lo fanno, i contratti a tempo determinato non vengono rinnovati, lavoratori e lavoratrici dai trenta ai cinquanta restano a casa con pochi mesi di "buonuscita" (maluscita in realtà) e per alcuni, ma non per tutti, la disoccupazione di sei mesi. Poi il nulla.
I maledetti nemici del diritto di cittadinanza, sociale ed economica, siedono al governo, ai governi di questa Europa delle banche e della finanza. Andrebbero processati in un'aula di tribunale  con l'accusa di attentato alla democrazia e parassitismo. Sono la feccia, la sugna, lo scarto, la fogna. Sono i ratti malefici che escono fuori con l'inondazione, le iene che strappano la carne dei cadaveri, la genia dei ricchi che affogano e si attaccano a quelli che non sanno nuotare, buttandoli giù. Li prendono a remate sulle mani se si attaccano alle scialuppe, sparano pur di salvare il proprio capitale. Sparano e spareranno. Non abbiamo ancora visto tutto.
Quelli che ci hanno preso a calci in mezza Europa sono i quaquaraqua, infami senza una matricola per individuarli, coperti nelle loro azioni violente dai superiori e dai superiori dei superiori. Sono il putrido di questa società. Solo senza di loro ci sarà di nuovo diritto di cittadinanza.
Domani è il 17 novembre. Ad Atene si ricordano i morti del Politecnico.


















Nessun commento: