Alle origini di un'espressione
L'espressione "geometrica potenza", che Franco Piperno usò sul giornale "Metropolis" nel tentativo di fare delle Brigate Rosse il braccio armato dell'Autonomia Operaia (la frase originale era: «combinare la geometrica potenza delle Brigate Rosse alla straodinaria bellezza del 12 marzo») ha un padre, che non è il noto esponente di Potere Operaio. Prima di svelarne il nome, però, osserviamo che nel corso degli anni quel tentativo, che nel 1978 si era concretizzato con due incontri tra Piperno e Moretti, alla fine dei quali le BR respinsero le offerte degli autonomi, ha subito mutazioni e oblio, diventando qualcosa di più digeribile per il nostro paese. Dimenticando l'originale, Piperno spiega in un'intervista rilasciata per il Blog "Vuoto a Perdere" che con quell'espressione voleva intendere quanto segue:
«C’è un elemento propriamente spettacolare in tutti i tirannicidi e in tutti gli agguati. Il fatto di avere limitato i morti al numero strettamente necessario, di non aver per esempio colpito il fioraio che stava lì all’angolo al quale la notte prima erano state tagliate le gomme… Questa efficienza propriamente geometrica perchè è fatta di misura nelle azioni e nelle loro conseguenze, che aveva un aspetto bello e terribile come accade quando in mezzo c’è la morte».
Al di là della "splendida bellezza" di certe trasformazioni, che nella storia d'Italia avvengono con una semplicità che ha del genio in seno, la fonte dell'espressione va cercata lontano nel tempo. Il duce, Benito Mussolini, aprì la riunione del 29 maggio 1940 a Palazzo Venezia alla presenza di Badoglio, Graziani e dei capi di Stato Maggiore di Marina e Aeronautica come segue: «Vi ho convocati questa mattina per comunicarvi che nel mio memoriale del 31 marzo ho spiegato con una logica che la Maestà il Re ha trovato "geometrica", che non possiamo assolutamente evitare la guerra».
Vittorio Emanuele III, dunque, è il padrino della locuzione usata nel 1978. Allora, nel 1940, la guerra fu dichiarata. Nel 1978, visto anche l'appannaggio del proponente, non certamente paragonabile a quello del re, le BR declinarono con un "no, grazie"
«C’è un elemento propriamente spettacolare in tutti i tirannicidi e in tutti gli agguati. Il fatto di avere limitato i morti al numero strettamente necessario, di non aver per esempio colpito il fioraio che stava lì all’angolo al quale la notte prima erano state tagliate le gomme… Questa efficienza propriamente geometrica perchè è fatta di misura nelle azioni e nelle loro conseguenze, che aveva un aspetto bello e terribile come accade quando in mezzo c’è la morte».
Al di là della "splendida bellezza" di certe trasformazioni, che nella storia d'Italia avvengono con una semplicità che ha del genio in seno, la fonte dell'espressione va cercata lontano nel tempo. Il duce, Benito Mussolini, aprì la riunione del 29 maggio 1940 a Palazzo Venezia alla presenza di Badoglio, Graziani e dei capi di Stato Maggiore di Marina e Aeronautica come segue: «Vi ho convocati questa mattina per comunicarvi che nel mio memoriale del 31 marzo ho spiegato con una logica che la Maestà il Re ha trovato "geometrica", che non possiamo assolutamente evitare la guerra».
Vittorio Emanuele III, dunque, è il padrino della locuzione usata nel 1978. Allora, nel 1940, la guerra fu dichiarata. Nel 1978, visto anche l'appannaggio del proponente, non certamente paragonabile a quello del re, le BR declinarono con un "no, grazie"
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