giovedì 26 marzo 2015

AI DETRATTORI DELLA JOLI



Lor signor* che si permettono di giudicare Angelina Joli hanno mai preso la morte per mano, ci hanno mai dormito dentro, hanno mai sentito stringersi la gola mentre guardano il proprio figlio di neanche due anni pensando riuscirò a vederlo crescere, sanno la fatica di guardarsi allo specchio pensando per sempre davanti ad un corpo diverso non per propria volontà, gli sguardi che ti si appoggiano addosso per vedere se le tette sono uguali o diverse, conoscono la fatica quotidiana della lotta per restare vivi, per cercare di essere quelle di prima, sanno la rabbia, la paura dell'esito degli esami, la fatica della chemio che ti cancella la testa, la sessualità rubata, la SOLITUDINE ASSOLUTA? No. E allora facciano il piacere non solo di tenere chiusa la loro bocca piena di stronzate e di offese, ma anche di ingoiarsele. Ma del resto davanti alla stupidità nulla possono neanche gli dèi. 
Benissimo ha fatto la Joli a rendere noto ciò che vive, perché, oltre il suo personalissimo caso, è un problema che va socializzato, non per il costo economico, ma per quello umano, per la sofferenza personale e nei rapporti interpersonali, per la difficoltà di reinserimento sul posto di lavoro. Perché il numero aumenta sempre di più, di anno in anno.

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